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Immigrazione in Trentino 2003_Infosociale 7.pdf - Cinformi

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sottol<strong>in</strong>eando i conf<strong>in</strong>i del proprio raggio d’azione, mentre vengono esposti<br />

solo quei tratti che sono considerati positivi (o a valenza neutra) nello scambio<br />

relazionale. Allo stesso modo i genitori appaiono oscillare tra il desiderio<br />

di mostrarsi nello svolgimento del proprio ruolo, nella speranza di essere colti<br />

per il loro buon agire agli occhi delle <strong>in</strong>segnanti, e il timore di essere giudicati<br />

negativamente. 4<br />

Le difficoltà del cogliersi e lasciarsi <strong>in</strong>travedere sembrano acuirsi quando il<br />

riferimento sono i genitori stranieri. In questo caso, oltre alle comuni d<strong>in</strong>amiche<br />

di difesa che <strong>in</strong>tervengono nel corso degli scambi fra persone, agiscono<br />

anche tutte le difficoltà correlate all’essere portatori di culture e, pertanto,<br />

di stili di vita e di rapporti diversi. I timori che <strong>in</strong>evitabilmente emergono <strong>in</strong><br />

questo caso, da un lato, enfatizzano quegli aspetti per i quali sembra preclusa<br />

la possibilità di far parte di un sistema comune e, dall’altro, m<strong>in</strong>imizzano<br />

quei tratti che potrebbero certificare <strong>in</strong>vece una appartenenza condivisa.<br />

Gli sguardi che <strong>in</strong>tercorrono tra genitori italiani e stranieri appaiono altrettanto<br />

carichi di difficoltà: i primi, spesso concentrati <strong>in</strong> modo privilegiato sulla<br />

propria realtà, faticano nell’<strong>in</strong>travedere chi è presente e vic<strong>in</strong>o a loro. D’altra<br />

parte appare plausibile supporre che il senso di sicurezza che può derivare<br />

dal sentire di essere parte <strong>in</strong>tegrante di una comunità, che viene percepita<br />

come proprio luogo di appartenenza, dis<strong>in</strong>centivi dallo sforzarsi di esplorare<br />

sistematicamente ciò che sta <strong>in</strong>torno, mettendo a fuoco <strong>in</strong> modo esplicito chi<br />

rispetto alla comunità appare marg<strong>in</strong>ale. Anche dal punto di vista dei genitori<br />

stranieri, per quanto sp<strong>in</strong>ti all’osservazione del mondo circostante dal bisogno<br />

di apprendere con rapidità le regole chiave su cui si reggono gli scambi<br />

sociali, agiscono nondimeno forme di pregiudizio e i medesimi timori che<br />

bloccano le <strong>in</strong>iziative relazionali da parte degli autoctoni.<br />

Di fatto, genitori italiani e stranieri paiono vivere <strong>in</strong> modo contiguo, ma non<br />

<strong>in</strong>terrelato: qualche frammento d’<strong>in</strong>contro è forse possibile <strong>in</strong> un unico luogo<br />

che appare assumere il significato di “ambito <strong>in</strong>formale per l’<strong>in</strong>contro tra<br />

madri”, vale a dire il parco. Luogo <strong>in</strong> cui <strong>in</strong> qualche frangente sembra (<strong>in</strong><br />

realtà più agli occhi dei genitori autoctoni che non a quelli stranieri), che la<br />

contiguità fisica tra <strong>in</strong>dividui estranei sia spogliata da connotati m<strong>in</strong>acciosi e<br />

assuma il senso di <strong>in</strong>vito al dialogo e all’<strong>in</strong>terazione.<br />

Tra gli stessi genitori italiani tuttavia viene sottol<strong>in</strong>eato, non senza dispiacere,<br />

quell’isolamento, tipico della società post-moderna, che rende difficoltosi i<br />

rapporti tra i cittad<strong>in</strong>i a causa di ritmi e spazi che spesso impediscono l’<strong>in</strong>contro.<br />

Pertanto, l’<strong>in</strong>tensità degli sguardi tra i diversi <strong>in</strong>terlocutori <strong>in</strong> gioco assume<br />

sfumature diverse più o meno cariche, ma caratterizzate nel complesso dalle<br />

più ovvie difficoltà proprie del timore che accompagna l’<strong>in</strong>contro con l’altro.<br />

4 Questo modo di porsi dell’<strong>in</strong>segnante e dei genitori è tipico di chi vuole (è costretto) a mostrare il “volto<br />

buono” <strong>in</strong> relazione al proprio ruolo (<strong>in</strong> questo caso educativo) (cfr. Besozzi, 1998).<br />

193<br />

<strong>in</strong>fosociale 7

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