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Immigrazione in Trentino 2003_Infosociale 7.pdf - Cinformi

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• Un primo ord<strong>in</strong>e di questioni sollevate è legato al primissimo stadio del<br />

percorso dei richiedenti asilo. Relativamente a questa fase, le problematiche<br />

segnalate dagli operatori del settore riguardano soprattutto l’accesso<br />

alla Questura per effettuare il primo colloquio ai f<strong>in</strong>i della presentazione<br />

della domanda d’asilo. Si riferisce, <strong>in</strong>fatti, che:<br />

Non c’è una procedura def<strong>in</strong>ita per l’accesso dei richiedenti alla Questura, qu<strong>in</strong>di ogni volta<br />

ci sono problemi e si deve quasi ridef<strong>in</strong>ire l’accesso stesso; i tempi di attesa (per aver il<br />

primo appuntamento) sono <strong>in</strong>certi: si va da pochi giorni a un mese; spesso, poi, la persona<br />

non sa spiegarsi, noi di volta <strong>in</strong> volta valutiamo la possibilità di accompagnare queste persone<br />

(…) ma l’opportunità di avere una figura formale (un traduttore, mediatore culturale)<br />

darebbe una garanzia all’<strong>in</strong>tero percorso di passaggio di <strong>in</strong>formazioni.<br />

L’ostacolo della l<strong>in</strong>gua è molto sentito anche al livello dei servizi sociali<br />

territoriali, dove è ritenuto <strong>in</strong>dispensabile un <strong>in</strong>vestimento m<strong>in</strong>imo nella<br />

formazione l<strong>in</strong>guistica degli assistenti sociali. A rimedio di questa lacuna,<br />

recentemente, il comune di Trento ha provveduto alla stipula di una convenzione<br />

(ai sensi della L.P. 13/90) con un’associazione di mediatori culturali<br />

da utilizzare all’occorrenza durante i colloqui. Nella stessa direzione è<br />

<strong>in</strong>tervenuta anche la Prov<strong>in</strong>cia, nell’ambito del C<strong>in</strong>formi.<br />

Un’altra questione, la cui def<strong>in</strong>izione, molto dibattuta e controversa, riveste<br />

estrema importanza <strong>in</strong> questo primissimo stadio, riguarda il momento<br />

<strong>in</strong> cui uno straniero è da considerare un richiedente asilo politico. Ci<br />

si chiede, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, se ciò debba avvenire da quando la persona<br />

esprime la volontà di presentare la domanda di asilo, oppure quando è <strong>in</strong><br />

possesso del primo permesso di soggiorno per tale motivo. È <strong>in</strong> rapporto a<br />

questo problema, <strong>in</strong>fatti, che viene def<strong>in</strong>ito il momento di avvio dell’erogazione<br />

dei servizi, a favore dei richiedenti asilo, da parte degli enti pubblici.<br />

Questi ultimi, <strong>in</strong>fatti, non potendo prendere <strong>in</strong> carico gli immigrati irregolari,<br />

non possono che adottare la seconda delle due ipotesi menzionate quale<br />

criterio per attivare le proprie prestazioni. Tale opzione, però, suscita una<br />

forte perplessità nell’ambiente degli operatori sul campo:<br />

C’è una fase ibrida <strong>in</strong> cui uno non è ancora richiedente e perciò è poco tutelato…lasciato<br />

al privato sociale. Questo non è corretto, nel senso che noi lasciamo una persona esposta<br />

alla possibilità di ricevere una espulsione, perché magari non capisce la l<strong>in</strong>gua e non sa<br />

orientarsi sul territorio...magari uno che ha diritto d’asilo e poi <strong>in</strong> realtà viene riconosciuto<br />

come rifugiato...<br />

Occorre dunque<br />

un raccordo ed un coord<strong>in</strong>amento (fra gli enti, la Questura e il privato sociale), <strong>in</strong> modo da<br />

dire che, nel momento <strong>in</strong> cui sul territorio c’è uno che esprime la volontà, facciamo partire<br />

una procedura che non è la procedura di <strong>in</strong>tervento per il richiedente, ma è una “m<strong>in</strong>i - procedura”<br />

di tutela f<strong>in</strong>ché questo non va <strong>in</strong> Questura a fare la richiesta di asilo…<strong>in</strong> questo mi<br />

chiedo: siamo carenti come enti pubblici? Dovremmo forse pensare a una forma di tutela<br />

che non sia solo il fatto che uno vada al privato sociale?<br />

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<strong>in</strong>fosociale 7

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