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APPUNTI DI PATOLOGIA GENERALE - Camice d'Oro

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PATOGENESI DELLA STEATOSI DA TETRACLORURO <strong>DI</strong> CARBONIO<br />

Utilizzi del CCl4<br />

All'inizio del XX Secolo il tetracloruro di carbonio era ampiamente usato come solvente per il lavaggio a secco, come<br />

liquido di raffreddamento e negli estintori. Dal 1940 il suo impiego comincia a diminuire, per via della sua dimostrata<br />

tossicità.<br />

Prima della stipula del protocollo di Montreal, grandi quantità di tetracloruro di carbonio erano impiegate per produrre i<br />

freon R-11 e R-12, oggi non più usati per via del loro effetto deleterio sullo strato di ozono dell'alta atmosfera. È<br />

tuttavia ancora una materia prima per la produzione di freon meno distruttivi.<br />

Tossicità del CCl4<br />

L'esposizione ad elevate concentrazioni di tetracloruro di carbonio, anche in forma di vapori, colpisce il Sistema<br />

Nervoso Centrale, incluso il cervello. Le vittime avvertono mal di testa, nausea, confusione, sonnolenza e vomito. In<br />

casi gravi si può arrivare al coma e alla morte.<br />

L'esposizione cronica e prolungata può danneggiare fegato e reni; l'effetto dannoso a carico del fegato è amplificato<br />

dalla presenza di alcol. I danni sono reversibili, se l'esposizione viene fermata in tempo.<br />

L'ingestione cronica è correlata al cancro al fegato negli animali; studi sugli esseri umani non sono disponibili, ma<br />

molte autorità considerano questo composto un agente cancerogeno quasi certo.<br />

Caratteristiche del CCl4<br />

− liquido<br />

− molto volatile<br />

− non miscibile con acqua (altamente polare)<br />

− tende a scindersi in due radicali: CCl4 + e - => CCl3 + Cl -<br />

− pur essendo organico è ignifugo (un tempo usato negli estintori)<br />

− tossico, probabilmente cancerogeno nell'uomo, ma senza evidenze certe negli animali (classe 2B dello IARC)<br />

Patogenesi della steatosi da CCl4<br />

E' metabolizzato nel reticolo endoplasmatico liscio dal sistema enzimatico del cyt P450 => viene prodotto un radicale<br />

triclorometile (CCl3)in grado di provocare lipoperossidazione:<br />

• la catena alifatica dell'acido grasso si trasforma da polare in apolare => si formano buchi nelle membrane<br />

(plasmatica e subcellulari) => si scompagina il RE => non può avvenire il montaggio delle VLDL => i grassi<br />

non vengono esportati (o in modo minore) => accumulo di trigliceridi<br />

• anche i mitocondri sono danneggiati => minor ossidazione dei FA => accumulo di trigliceridi<br />

• in seguito al danno mitocondriale si ha minor energia a disposizione => rallenta la sintesi proteica => minor<br />

disponibilità di apolipoproteine per VLDL => accumulo di trigliceridi<br />

• colpisce anche il citoscheletro e i lisosomi con fuoriuscita di enzimi lisosomiali che possono danneggiare la<br />

cellula => può seguire morte cellulare preceduta da accumulo di trigliceridi<br />

Appunti di Patologia Generale – Pag, 15

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