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APPUNTI DI PATOLOGIA GENERALE - Camice d'Oro

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• Ma si ritiene anche che le citochine pirogeniche plasmatiche possano attraversare la barriera ematoencefalica<br />

in corrispondenza della zona che circonda i neuroni della regione preottica, detta Organum vasculosum<br />

laminae terminalis (OVLT), zona in cui la barriera è più permeabile.<br />

• E’ interessante ricordare che fattori di crescita emopoietici, come il GM-CSF e il G-CSF, a dosi elevate<br />

stimolano i leucociti a sintetizzare IL-1 e TNF.<br />

• A tale effetto è da attribuire la comparsa di febbre in pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo e trattati<br />

con fattori di crescita.<br />

• Inoltre in pazienti con febbre o in soggetti sani inoculati con endotossine si è riscontrata la presenza nelle urine<br />

di una proteina del p.m. di 25 kD, analoga a IL-1, che rappresenta un antagonista di IL-1, detta IL-1-ra (IL-1<br />

receptor antagonist), capace di fissarsi ai recettori cellulari per IL-1, competendo con il legame di IL-1.<br />

• Recettori solubili per IL-1 e TNF bloccano in circolo le rispettive citochine limitando l’interazione con i<br />

recettori cellulari.<br />

Ruolo delle prostaglandine nella patogenesi della febbre<br />

• Le citochine pirogeniche non agiscono direttamente sui centri termoregolatori, ma tramite la produzione di<br />

prostaglandine della serie E2.<br />

• Le citochine pirogeniche (in particolare IL-1 e TNF) stimolano in vitro la produzione di PGE2 da parte di<br />

cellule endoteliali in coltura.<br />

• La conclusione è avvalorata dall’osservazione di un effetto antipiretico dei farmaci, quali l’aspirina, che<br />

inibiscono la ciclossigenasi.<br />

• PGE2 aumenta nella regione ipotalamica e nel liquido cefalorachidiano a seguito del trattamento con pirogeni<br />

esogeni o con pirogeni endogeni e si mantiene ad una elevata concentrazione per tutta la durata della febbre.<br />

• Non si conosce tuttavia il meccanismo molecolare con cui PGE2 modifica la “temperatura di riferimento” dei<br />

neuroni termoregolatori.<br />

• Ricerche di elettrofisiologia hanno stabilito che PGE2 provocano nei neuroni W un effetto inibitorio mediato<br />

da un incremento di cAMP intracellulare. C’è proporzionalità tra concentrazione di PGE2, incremento di<br />

cAMP e inibizione di W. L’inibizione di W consiste in un innalzamento della soglia di sensibilità termica e<br />

quindi i segnali termici vengono avvertiti ad una temperatura superiore.<br />

Meccanismo neuronale della febbre<br />

• Nella fase di rialzo termico W non inviano segnali eccitatori ai neuroni w e inibitori ai neuroni c. Prevalgono i<br />

segnali di I (inibitori per w e eccitatori per c) e si ha una risposta termogenetica.<br />

• Nella fase del fastigio l’ipotalamo è ad una temperatura T > 37°C e i neuroni W (con livelli di cAMP<br />

intracellulare aumentati) controbilanciano i neuroni I.<br />

• Nella fase della defervescenza diminuisce cAMP, si riattivano W che avvertono la maggior temperatura<br />

ipotalamica e si innesca la risposta termodispersiva<br />

Appunti di Patologia Generale – Pag, 86

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