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NICOLA TANDA
grande libertà, e da maestro, i procedimenti dell’analogismo
ermetico e quelli della narrazione surrealista, interloquisce nella
vicenda, apostrofa, denunzia, racconta. Accumula elementi
che connotano paesaggi e luoghi, brancola, come Tiresia, tra le
anime, riporta in vita personaggi sprofondati nel tempo senza
tempo del mito. Arricchisce certamente la prosa sarda di straordinaria
concretezza e vigore.
Su zogu, di Gian Franco Pintore, giornalista, scrittore e
saggista, non nuovo alla lotta politica contro la nuova colonizzazione
capitalistica, ripropone un tema di forte presa ideologica
e sociale. Nel 2050 le coste della Sardegna sono ormai segnate
da un serpente di cemento. I Sardi sono tati condotti in
una riserva all’interno di un poligono governato da una dittatura
paternalistica che ha rimosso ogni memoria storica. Alcuni
giovani, insieme a un maestro, scatenano una rivolta telematica
che si impadronisce degli strumenti e dei canali di comunicazione.
La rivolta in questo modo trova adepti ed ha un
seguito liberatorio. La narrazione in terza persona procede secondo
la logica spazio temporale del romanzo realista proiettato
nel futuro secondo il modello del romanzo di Orwell seppure
calato nella realtà linguistica e culturale sarda. La predicazione
astratta propria del sistema ideologico, tributario degli
schemi della sinistra anticapitalista, si accampa in primo piano,
prevale nella struttura narrativa, e lascia poco spazio alla lingua
poetica del vissuto e della memoria.
Giovanni Piga, nel romanzo pubblicato nel 1992, Sas andalas
de su tempus, narra la storia di una famiglia nuorese che