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Un’odissea de rimas nobas 63
gior parte degli scrittori sardi, quelli che hanno preso coscienza
dell’importanza della lingua materna, scrivono ugualmente in
italiano e in sardo.
In Sardegna il problema è complesso. A differenza
dell’Italia, abbiamo oggi la doppia presenza del sistema linguistico
e letterario sardo e del sistema linguistico e letterario italiano
in due diverse applicazioni: quella che si riferisce al sistema
linguistico e antropologico sardo e quella che si riferisce
al sistema linguistico e antropologico italiano. Coloro che si
sentono sardi e si identificano nei sardo parlanti, possono scrivere,
del loro universo di vissuto sardo, in italiano e in sardo,
mentre quelli che si sentono italiani perché provengono da
famiglie italiane nelle quali si identificano, soprattutto nelle
grandi città, questi scrivono in italiano ma hanno anche come
punto di riferimento un universo di vissuto italiano. Ciascuno
degli appartenenti a queste tre diverse situazioni ha le medesime
opportunità, è cioè liberissimo di esercitare la sua opzione
linguistica, ma non può accampare posizioni di privilegio nei
confronti di chi fa le altre due scelte.
Esiste un problema di interferenze tra sistemi quando, ad
esempio, uno scrivente in italiano si riferisce ad un mondo di
vissuto in sardo. Grazia Deledda scrive in italiano di un mondo
di vissuto sardo. A questo proposito ho parlato di un rapporto
che può essere ravvisato in quello di diasistema, di un
ponte cioè che mette in rapporto un sistema linguistico e letterario
con un altro sistema linguistico e letterario. In sostanza la
Deledda ha costruito in italiano un testo che fa riferimento ad