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NICOLA TANDA<br />
meglio della sua esperienza di artefice di versi impeccabili e di<br />
evocatore di immagini che salgono serene dal cuore. Lucia Pinna<br />
(Nuoro 1923) ha al suo attivo Poesie (Sassari 1978), Le mie stagioni<br />
(1985), Il tempo umano - Poesie o quasi (1987). La sua poesia<br />
muove da un io lirico che si è costruito sulle letture più raffinate<br />
del Novecento e che, nel tentativo di uscire dall’assolutezza<br />
metafisica dell’ermetismo, indugia tra emozioni e ricordi rispondendo<br />
ad una esigenza piuttosto narrativa che non lirica. Su<br />
questo terreno incontra la forma poematica cara al primo Pavese<br />
e disegna ritratti di persone che costituiscono il patrimonio di<br />
esperienza di una intera esistenza. La lirica di Mario Usai (Sassari<br />
1923), in L’orma del sandalo (1981), “è violentemente radicata<br />
nelle cose”, e da essa “balzano con espressionistica efficacia ambienti<br />
plasmati da una millenaria miseria, arcaiche figure dai visi<br />
di pietra emerse da una enigmatica nuragica lontananza” (Rosetti<br />
de Molo). Antonio Marras (Villanova Monteleone 1923 -<br />
1983), è autore di una sola raccolta postuma, L’ossessione del corpo<br />
- Poesie (Sassari 1985) che comprende le sillogi Il corpo negato,<br />
Il corpo ritrovato, Ultime poesie. Nei suoi versi tormentati affiora<br />
più spesso una lezione che va da Saba a Montale, a Machado,<br />
ma anche dai classici ai modernissimi. Ha pubblicato anche su<br />
“La Nuova <strong>Sardegna</strong>” un gruppo di poesie in logudorese. Giovanna<br />
Markus (Iglesias 1927), si muove con eleganza tra le inflessioni<br />
liriche post-ermetiche che fissano momenti ed occasioni<br />
in Pressapoco (Roma 1981), Il volto nello specchio (Roma 1984).<br />
Lino Concas (Gonnosfanadiga 1927?), nella sua prima raccolta<br />
Brandelli s’anima del 1965 e in quella successiva, Poesie (Roma