versione pdf - Sardegna DigitalLibrary

Un’odissea de rimas nobas 223
perché attraverso la scuola, soprattutto quella di massa, l'ha sostanzialmente
dissardizzata scolorendone l'identità. Furono persino
proibite le gare poetiche estemporanee che costituivano il
perno della comunicazione letteraria orale e scritta e perché servivano
un medesimo pubblico.
Soltanto nel dopoguerra, soprattutto negli anni Cinquanta e
Sessanta, c'è stato un risveglio e una ripresa, favorita dal sorgere
di riviste e soprattutto dalla istituzione del “Premio Ozieri di letteratura
sarda”. Questo premio ha indubbiamente posto le basi
di una vera e propria riforma letteraria e culturale che ha costituto
il fulcro della resistenza alla omologazione perseguita dai partiti,
di governo e non, negli anni Sessanta con il così detto Piano
di Rinascita. Un piano rivolto alla industrializzazione dell'Isola
con conseguenze che sono state e sono tuttora disastrose e all'origine
di una disoccupazione endemica. Quelle politiche non
hanno tenuto conto della vocazione antropologica ed economica
del territorio né del tessuto culturale nel quale venivano calati gli
interventi ed hanno prodotto l'abbandono della terra e cambiamenti
culturali che hanno messi in crisi la cultura sarda e la sua
lingua. Una vera catastrofe antropologica ed economica. Dopo
la crisi dell'industria, in specie di quella chimica, le popolazioni
sono rimaste prive di un orientamenti culturale, poiché le classi
dirigenti dissardizzate non hanno posto le premesse per un corretto
utilizzo delle risorse naturali e culturali e anche lo sviluppo
turistico è stato più subìto che voluto. Dopo il “Premio Ozieri”
c'è stata una proliferazione di premi letterari che hanno svolto e
svolgono una importantissima funzione di produzione e circola-