versione pdf - Sardegna DigitalLibrary

Un’odissea de rimas nobas 37
che appartiene al movimento verista. Non è possibile che un
Nobel del 1926, sia meno importante di un Nobel del 1936
come Pirandello. È stata la critica idealista a creare questi
scompensi.
Pirandello deve alla critica straniera la sua fortuna, che è
esplosa all’estero per la novità antinaturalistica del suo teatro
che, proprio la critica idealista italiana censurava additandone i
“limiti” nel suo “intellettualismo” che non rientrava nei canoni
crociani. Inoltre, egli aveva preso spunto dal marito della Deledda
per trattare del ruolo drammatico di un principe consorte,
ma, al tempo stesso, del rapporto tra le esigenze di libertà di
espressione degli artisti e dei condizionamenti cui li sottoponeva,
per ragioni di mercato, l’industria editoriale.
Eppure, in Suo marito, Pirandello mostra un grande rispetto
per l’arte deleddiana. Si potrebbe dire addirittura che faccia
propria la concezione estetica della Deledda, e questo, credo,
per tre fondamentali motivi. Intanto perché aveva un fondamento
comune nell’estetica della Secessione, poi perché affine
alla poetica del tragico che si esprime nei romanzi (se non
quella del grottesco che si esprime nelle commedie), infine
perché, in quanto isolani, avevano nel loro mondo interiore un
universo antropologico molto simile, quel mondo mitico e
primitivo appunto cui si rivolgevano gli artisti delle Avanguardie.
Anche per questo Sapegno è e rimane, insieme al Momigliano,
uno degli interpreti più fini e intelligenti della Deledda;
perché in lui affiorano quelle istanze moderne che, come