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Un’odissea de rimas nobas 61
dendo il significato di contrapposizione di una volta, poiché
vige il confronto della nazionalità e delle diversità in uno spazio
comune che è quello dell’Europa delle regioni.
In Sardegna abbiamo una società che persegue ancora una
politica dell’omologazione chiusa al riconoscimento delle diversità
e della multiculturalità. Il fatto che non si accetti di
buon grado un sereno confronto sulla lingua sarda è segno di
chiusura al dialogo. La diversità non è un limite ma una ricchezza
e una risorsa inesauribile per chi la pratica e per chi ne
comprende le straordinarie potenzialità di crescita civile ed economica.
Anche il fenomeno della devianza degli adulti e dei
giovani può essere letto in chiave linguistica e in chiave di mutazione
antropologica, sopra tutto se si considera come la quota
di sardo parlanti sia stata poco permeabile ai messaggi che
giungevano codificate in lingue altre. Quando i nuovi messaggi
giungessero nella lingua sarda avrebbero maggiori probabilità
di essere accolti e condivisi. L’interferenza comunicativa fra
mondi e culture diverse non di rado ha creato incomprensioni
e tragedie.
Predu Mura, Benvenuto Lobina e di recente Antonio Mura
Ena, sono i poeti che, nella seconda metà del Novecento, hanno
intrapreso un’operazione letteraria nuova. Essi hanno messo
in moto la funzione poetica della lingua sarda, e hanno usato
sperimentalmente i procedimenti formali del linguaggio poetico
contemporaneo, lo hanno adeguato, con mediazione ardita,
alla straordinaria meraviglia di nuovi significanti e di
nuovi significati. Hanno riplasmato l’immaginario sardo con