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NICOLA TANDA
culture locali queste non sono più periferiche e provinciali,
poiché non c’è più un centro ma tutti i punti di osservazione
sono centri. Viene meno il discorso della subalternità e della
marginalità quando c’è autocoscienza, poiché ciascun punto è
centro nel momento in cui è punto di osservazione di sé e degli
altri e si procede verso gli altri da una posizione di autonomia.
I1 modello federalista consente l’integrazione e l’interazione
degli insiemi che progressivamente come sotto insiemi
entrano a far parte di insiemi sempre più allargati, rispettando
l’identità e le singolarità delle comunità, che costituiscono un
vero patrimonio di vocazioni antropologiche importantissime
per l’affermarsi di un nuovo modello di sviluppo economico
autonomo in grado di confrontarsi con gli altri modelli. Noi
sappiamo che, al di là delle spinte omologanti delle multinazionali,
esiste anche un mercato del piccolo e della singolarità.
E questo mercato avvantaggia i saperi e le vocazioni più antiche
e quindi le piccole iniziative regionali.
Di recente di “Culture unite d’Europa” e di federalismo
delle letterature ha parlato Maria Corti sul supplemento domenicale
del “Sole 24ore” (13.12.1998), citando il giuramento
di Strasburgo, l’incontro tra Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico,
come esempio fondante dell’integrazione di culture
differenti, tra la parte di cultura romanza dell’Europa e quella
di cultura germanica. Le culture europee moderne non sono
più straniere l’una all’altra. L’introduzione della moneta unica
è un segno chiaro di quanto il modello nazionalistico stia per-