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190<br />

NICOLA TANDA<br />

ciali e la solidale crescita civile (Chida de arresonos), l’impatto<br />

delle conoscenze scientifiche conseguenti all’allunaggio (Luna<br />

noa). Lina Tidore Cherchi (Arzachena 1930) segue, in L’ea lalga<br />

e silena (Sassari 1993) un percorso a ritroso dalla grande foce dove<br />

il corso d’acqua si disperde nel mare, verso la sorgente, risale<br />

fino alle radici e alle ragioni contingenti dell’essere in un luogo,<br />

in una terra. Un viaggio prima del naufragio nel “gran mar<br />

dell’essere”, alla ricerca dell’identità perduta, ricognizione e sogno<br />

dell’esserci e dell’esserci stati. Franco Fresi (Luogosanto<br />

1942) è poeta bilingue, come pochi altri è riuscito a trasportare<br />

nel gallurese, in “storte sillabe”, i procedimenti più ardui ed<br />

efficaci della ricerca poetica contemporanea con risultati a volte<br />

pienamente convincenti. Nella raccolta Coincidenze (1980)<br />

ha visto confermata la sua capacità nell’esplorare le istituzioni<br />

poetiche più congeniali alle sue lingue, ma occorre ribadire che<br />

proprio quando egli impiega la lingua materna egli ottiene gli<br />

esiti più raffinati e persuasivi. Nella poesia Mucchju, premiata<br />

al “Romangia”, 1979, la singolarità del profumo del cisto sviluppa<br />

montalianamente il tema dell’appartenenza. Le altre liriche<br />

di A innomu di lu ‘entu (Quartu S. Elena 1982) propongono<br />

la civiltà dello stazzo, di una piccola comunità sulle montagne<br />

di cui Fresi evoca liricamente i valori umani intramontabili.<br />

Vincenzo Pisanu (Uras 1945) ha saputo trarre profitto<br />

dalle esperienze dei poeti della precedente generazione, da Pietro<br />

Mura, a Benvenuto Lobina, a Foricu Sechi. Dalla coscienza<br />

del generale malessere sociale, si è inoltrato sempre di più addentro<br />

nella esperienza, nel dolore, nell’amore, nella fantasia

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