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NICOLA TANDA<br />
nomi di autori di ottimi e fortunati manuali, quello di Francesco<br />
Flora, di Attilio Momigliano, dello stesso Mario Sansone e<br />
soprattutto di Natalino Sapegno che, avendo scritto il volume,<br />
Il Trecento, della grande storia letteraria d’Italia per secoli della<br />
casa editrice Vallardi, avvertiva assai viva l’istanza storicistica.<br />
Riscrisse, infatti, per la nuova edizione del suo Compendio di<br />
storia della letteratura italiana, il paragrafo iniziale del primo<br />
capitolo, La poesia, modificandone il titolo in quello di Poesia<br />
e letteratura, per adeguarlo meglio al secondo momento della<br />
riflessione estetica crociana. Questo lasciava finalmente spazio<br />
al concetto di ‘Letteratura’, un prodotto estetico nobile, ma<br />
non frutto della intuizione pura e perciò di secondo livello. Si<br />
ricordi che l’intuizione dava luogo alla espressione e quindi alla<br />
poesia; ma se l’intuizione non si identificava nella espressione,<br />
il prodotto estetico non esisteva: o poesia o niente, non si davano<br />
alternative. La riflessione crociana successiva, quella consegnata<br />
nel volume La poesia, degli anni Trenta, ammetteva<br />
che potesse esistere un prodotto di seconda scelta che era appunto<br />
la letteratura.<br />
Nel 1958 Sapegno pubblicò su una rivista della R.A.I.,<br />
L’Approdo letterario, un saggio fondamentale dal titolo: Prospettive<br />
della storiografia letteraria. Proponeva una seria riflessione<br />
sulla concezione della letteratura di Gramsci, divulgata<br />
negli anni in cui erano stati pubblicati i Quaderni dal carcere e<br />
gli altri scritti, e sottoponeva a ulteriori revisioni la concezione<br />
storiografica ed estetica idealistica, aprendola alle conclusioni<br />
del criticismo americano, e soprattutto alle considerazioni teo-