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NICOLA TANDA<br />
narrativa, si rivolge a un lettore colto e conoscitore della grande<br />
tradizione lirica e poematica. Grazia Dore (Orune 1908 - Olzai<br />
1984), vissuta a Roma, pubblica nel 1953, per le edizioni di Storia<br />
e letteratura, una succinta raccolta di versi, Giorni, in cui la<br />
sua ispirazione religiosa mostra di saper attraversare con profitto<br />
le esperienze consimili del Novecento da Rebora a Ungaretti e di<br />
sapersi conquistare una voce originale che si interroga con straordinaria<br />
tensione lirica sulle domande fondamentali<br />
dell’esistenza. Una edizione più completa delle sue poesie è stata<br />
curata di recente da Bachisio Porru, Giorni disabitati (Sassari<br />
1990). Elena Pannain Serra (Bonorva 1908), ha vissuto quasi<br />
sempre a Roma, ma la <strong>Sardegna</strong> è, si può dire, la fonte di ispirazione<br />
della sua poesia. Ha pubblicato Se la mia voce (1976) con<br />
prefazione di Maria Luisa Spaziani, Diario di una donna (1977),<br />
Non cercare alfabeti (1981), Parabola (1984), Paraboletta del<br />
viaggio (1988), Il silenzio e la campagna (1992), Dialoghi con me<br />
(1995). Bàrberi Squarotti definisce la sua poesia “una grande<br />
mediazione intorno all’allegorico viaggio dell’universo” e le riconosce<br />
“vigile lucidità e versi sapientemente perfetti”. È indubitabilmente<br />
una voce di rilievo della nostra lirica poiché “come in<br />
Onofri, i ricordi partono dal sangue, dal pulsare interno delle<br />
vene” (G. Spagnoletti). Marcello Serra (Lanusei 1913 - Cagliari<br />
1991) Accordi (Cagliari 1936) rivela già l’abbandono alla suggestione<br />
della poesia e, in Ora umana (Cagliari 1945), la tragedia<br />
della guerra trova una sua voce efficace a contatto col dolore delle<br />
distruzioni della guerra. Nel poemetto Nascita di Nora (Cagliari<br />
1960) i suoi versi, che tendono ad un registro di tono alto,