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NICOLA TANDA<br />
confrontarsi. Per altro è ormai noto quanto la linguistica, la<br />
semiologia e la semiotica, l’antropologia del nostro secolo debbano<br />
al linguista ginevrino.<br />
Un rapporto tra la linguistica generale di de Saussure e<br />
quella di Croce era anche possibile stabilirlo, ma solo sull’atto<br />
di parole. Il Vóssler, che era stato allievo di de Saussure e aveva<br />
avuto uno scambio epistolare con Croce, ritenne che l’atto di<br />
parole potesse essere ravvisato nella “intuizione” della estetica<br />
crociana, per cui il comunicare si sarebbe dovuto basare su una<br />
continua creazione di parole da parte del produttore del messaggio<br />
senza effettivo riscontro nel destinatario perché non vi<br />
era traccia nella sua teoria del concetto indispensabile di langue,<br />
cioè di codice.<br />
Mancava quindi alla linguistica generale crociana la dialettica<br />
langue / parole, l’assenso che i parlanti danno all’atto di<br />
parole e quindi il rapporto dell’arte con la storia. De Saussure<br />
pone l’accento sul concetto di lingua come codice, cioè come<br />
un sistema organizzato di segni e regolato da leggi proprie<br />
condivise da una collettività di parlanti. La lingua è un fatto<br />
sociale poiché senza 1’accettazione e la condivisione del codice<br />
non è possibile comunicare. Croce non dava né sapeva dare<br />
risposta a questo problema e lo estremizzava nella boutade che<br />
la comunicazione poteva avvenire solo in Dio. Questa sorta di<br />
paradossale conclusione rivela come l’estetica crociana non<br />
desse risposte adeguate né sul piano della scienza dell’espressione<br />
né sul piano della linguistica generale.