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NICOLA TANDA
perdere l’amore e l’attaccamento alla vita. Rubattu è autore di
precedenti raccolte in italiano. Luca Mele dopo le prove non
esaltanti di Sardigna cattigada (Sassari 1982) si è rivelato uno
dei poeti logudoresi più aperto alla sperimentazione della lingua
poetica contemporanea italiana e straniera. Giovanni Piga
(Nuoro 1940) ha consegnato, in Bentu ‘e iscra ruja (Quartu
Sant’Elena 1995), la raccolta più recente della sua vasta produzione
poetica che sa valorizzare sia i procedimenti fonosimbolici
sia il repertorio dell’immaginario lirico nuorese con grande
profitto e con risultati di grande pregio stilistico. Gonario Carta
Broca, in Sos cantos de s’ae (Romangia, Sassari 1996), impiega
la sua lingua dorgalese, felicemente modulata nei ritmi e nei
suoni, per esprimere, con originalità di immagini, una profonda
considerazione del vivere che attinge alle radici la speranza
di immutabili rapporti dell’uomo con la natura. Giuseppe Delogu,
Mama incanida ‘e brunzu, (Sassari s.d.) poeta della solitudine
egli ritorna col canto all’identità originaria della propria
terra che, come una madre pietrificata, scruta i suoi figli e assiste,
intonando la sua tragica melopea, al disfacimento epocale
del villaggio.
Nell’impiego della varietà campidanese si sono distinti personalità
di grande rilievo. Faustino Omnis, (San Gavino 1925) è
un veterano che ha mosso i suoi passi confrontando i suoi risultati
nella palestra del Premio Ozieri, come egli stesso riconosce.
Si è misurato infatti con la riflessione sul senso e sul significato
della poesia e specialmente sull’impiego di quella lingua che egli
padroneggia con spontaneità ma anche come risultato di una