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154<br />
NICOLA TANDA<br />
l’intera vicenda storica dell’Isola e i problemi linguistici che la<br />
riguardano. Finora la letteratura che è stata prodotta o che ha<br />
circolato localmente nell’Isola, è stata ignorata o considerata<br />
come parte integrante della letteratura italiana, come se ne avesse<br />
fatto parte da sempre e non abbia invece, anch’essa, una<br />
sua storia particolare e quindi un suo statuto speciale. Ci si<br />
sorprende perciò quando, della produzione in italiano, si ritrovano<br />
solo scarsi ed episodici riscontri che aumentano alla fine<br />
del Settecento e dell’Ottocento. Uno sguardo, anche rapido,<br />
alla storia avrebbe potuto chiarire subito la singolarità di questa<br />
situazione.<br />
I Duchi di Savoia ebbero il titolo regale col trattato di<br />
Londra (1718-1720), quando, alla conclusione della guerra di<br />
successione spagnola, venne loro attribuito il Regno di <strong>Sardegna</strong><br />
che faceva parte della Confederazione dei Regni di Aragona<br />
e di Castiglia. Il titolo di re risale (e con esso la storia del<br />
Regnum Sardiniae) a Federico II che aveva investito il figlio<br />
Enzo del titolo di Re di <strong>Sardegna</strong> e che, per realizzare questo<br />
proposito, aveva contratto matrimonio con Adelasia, giudicessa<br />
di Torres. Fallito questo progetto, Bonifazio VIII nel 1297<br />
aveva investito Giacomo II d’Aragona del Regnum Sardiniae et<br />
Corsicae e, per governarla, i Catalano-Aragonesi dovettero intervenire<br />
militarmente. Durante le campagne di occupazione<br />
essi furono ostacolati, di volta in volta, dai giudici o regoli locali,<br />
in particolare dai Giudici di Arborea, tanto che solo nel<br />
1478, dopo la battaglia di Macomer, potevano ritenere di aver<br />
messo piede in maniera stabile sull’Isola. La <strong>Sardegna</strong> quindi