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NICOLA TANDA
un universo antropologico e di vissuto sardo. Questo aspetto è
tipico di situazioni di bilinguismo e rivela le infinite possibilità
di metamorfosi che un testo può subire. Si veda ad esempio
l’introduzione di Sergio Atzeni alla traduzione di Chamoiseaux
o le riflessioni di Luise Gauvin.
Esiste inoltre il problema della intolleranza nei confronti di
chi impiega il sardo. Mentre, pur affermando le ragioni del
sardo, chi scrive in sardo non nega le ragioni dell’italiano, molti
di quelli che scelgono la lingua e il vissuto italiano pretendono
di negare le ragioni del sardo. Il che pare piuttosto incomprensibile
e assurdo dal momento che non è possibile negare
l’esistenza di una letteratura che oggi è enormemente cresciuta,
come è cresciuta in altri paesi ad oralità primaria. È un
fenomeno che si è manifestato dopo la decolonizzazione e che
cresce costantemente. Circa quattro miliardi di persone chiedono
di entrare nella storia e già molti popoli dell’Africa, a seconda
della inculturazione coloniale subìta, vogliono una educazione
plurilingue nel segno della multiculturalità, una scuola
cioè che passi, ad esempio, dalla lingua locale, al francese e
all’arabo.
L’esperienza editoriale
La filologia si è affermata come strumento in grado di
comprendere e illustrare il percorso storico e creativo
dell’opera. La filologia attraverso i suoi corredi storici, lingui-