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Un’odissea de rimas nobas 163<br />
rivelano l’ascendenza sattiana. La raccolta più completa è, infine,<br />
Esule sul mare (Cagliari 1989). Al racconto e alla rappresentazione<br />
della <strong>Sardegna</strong> infine ha dedicato una serie numerosa di fortunati<br />
volumi e documentari. La prima raccolta di Salvatore Fiori<br />
(Pozzomaggiore 1912 - Quartu 200), Momenti del 1959, esprime<br />
la sua ansia religiosa di carità e di giustizia. Dopo Tutto<br />
sulla terra in me s’annulla (1961) e Prima che il sole muoia<br />
(1967), la raccolta più recente è costituita dal volumetto che<br />
comprende anche le poesie di Salvatorangelo Spano, Che resta ?<br />
(Villacidro, s.d. ma 1997). Giovanni Corona (Santu Lussurgiu<br />
1914 - 1987), in Richiamo d’amore, rivela un tono e un andamento<br />
discorsivo sperimentale che, piuttosto che alla tradizione<br />
dei lirici nuovi, si alimenta a quella del secondo futurismo. Una<br />
colloquialità che consente di riflettere, secondo le occasioni, sui<br />
fatti della vita, di partecipare all’universo degli accadimenti e dei<br />
sentimenti quotidiani, da saggio, attento a distinguere quel che<br />
permane dall’accadere, a liberare il fluire incandescente della vita<br />
dalla sua crosta pietrificata. La voce lirica di Giovanni Corona è<br />
certamente una tra quelle più convincenti e persuasive del nostro<br />
Novecento. Nunzio Cossu (Orotelli 1915 - Roma 1971) rivela<br />
le sue qualità liriche in E rivedrò più l’alba? (Roma 1947), in Il<br />
cielo piovve fuoco (Siena 1951), e in La città dell’origine (Milano<br />
1968). L’iniziale attenzione per i moduli del vate nuorese, di cui<br />
è stato studioso di rara perspicacia, evolve verso un io lirico novecentesco<br />
che dalla ispirazione religiosa ritorna ancora alla “Città<br />
dell’Origine” che, ai suoi “esuli occhi... lontana, accende le<br />
fatue mura”.