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Un’odissea de rimas nobas 33
La verità è che il rapporto fondante che esiste tra linguistica,
antropologia ed estetica e che porta diritto alle formulazioni
di comunicazione letteraria e di sistemi letterari, non è stato
recepito e non è ancora entrato in circolazione. Si può ancora
ripeterlo e sintetizzarlo in un ragionamento semplice, quasi un
teorema: ogni sistema linguistico produce un sistema letterario
e se la lingua sarda è un sistema linguistico, produce evidentemente
un sistema letterario che è sardo, così come gli altri
sistemi di segni non verbali coi quali si esprime la cultura sarda,
dalla musica alle altre arti.
Ecco perché conviene, ed è più corretto, parlare non di letteratura
e di arte ma di comunicazione letteraria e di comunicazione
artistica. La comunicazione rinvia infatti alla scienza
dei segni che auspicava De Saussure, quando sosteneva che,
approfondendo il discorso sul funzionamento del sistema linguistico,
era possibile, in qualche modo, porre le basi di una
nuova scienza dei segni, la semiologia o semiotica appunto,
che rendesse conto dei segni non verbali, da quelli delle arti a
quelli di altri sistemi comunicativi quali il design o la moda.
Le difficoltà che la concezione dell’arte del Croce aveva incontrato
nel trattare di letteratura, e ancor più nel passare dalla
letteratura alle altre arti, dipendeva dal fatto che la sua opera
Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale non
risolveva i problemi della scienza dell’espressione e tanto meno
quelli della linguistica generale. Da una parte il concetto
dell’arte come intuizione non forniva strumenti per distinguere
l’intuizione che si era realizzata nell’espressione da quella