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Un’odissea de rimas nobas 157
portantissimo ruolo per favorire una produzione e una circolazione
letteraria che, operando dal basso, contribuisse davvero
al rafforzamento dell’automodello culturale sardo; l’unico che
possa legittimare la Regione sarda, in base alla sua specialità, a
far parte delle emergenti regioni d’ Europa.
La produzione letteraria in lingua sarda è cresciuta enormemente
nella seconda metà del secolo ed ha raggiunto un livello
letterario di grande dignità tanto nella poesia che nella
prosa. Di pari dignità si parla infatti nella legge approvata dal
Consiglio regionale sardo il 15 ottobre 1997 e che prevede la
“Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della
Sardegna”. Una legge che assume una importanza determinante
non tanto per le legittime aspirazioni che tendono a dare
impulso alla vecchia lingua sarda e alla sua cultura, quanto
perché intende porre a confronto il modello culturale sardo col
modello culturale italiano e con gli altri modelli culturali europei,
per costruire un punto di riferimento in grado di orientare
anche le scelte economiche ed aiutare questo popolo ad inserirsi
nel mercato, europeo e mondiale, con una precisa e riconoscibile
identità. Gli scrittori in lingua sarda, pertanto, sono i
portatori di questa nuova coscienza identitaria. Essi sono numerosi
e, se si considera la loro presenza capillare in tutto il territorio
e il loro numero riferito alla popolazione complessiva, si ha
un rapporto assai vantaggioso che lascia bene sperare per una
formazione nuova e diversa dei giovani sardi.
Purtroppo la produzione letteraria dell’Isola, quella in lingua
italiana e ancor più quella in lingua sarda, non hanno avu-