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La città interetnica - libertacivili.it

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Volontariato e immigrazione: una prospettiva psicoanal<strong>it</strong>icaInsiemeal significato dell’appartenenza e dell’integrazione: “Secondome fai volontariato perché già ti senti parte …”. In manieraanaloga, una volontaria nigeriana racconta che “ad un certopunto ho avvert<strong>it</strong>o una spinta civica derivante da un amoreper questo Paese … è così che ho iniziato a fare volontariato”.Dice un altro volontario: “la cultura del volontariato non si puòtrasmettere, perché una cultura del volontariato … devi averladentro”.Volontariato dei migranti nelle associazioni d’immigratie nelle OdvNon v’è dubbio che, rispetto al tema dell’integrazione, lapartecipazione del migrante al mondo del volontariato, in sée per sé, rappresenta uno strumento d’integrazione (cioè unveicolo per approfondire gli scambi con la società in cui ilmigrante è “contenuto” e per approfondire il suo senso diappartenenza ad essa) e un indice d’integrazione (cioè un segnodi pos<strong>it</strong>ivo sviluppo dei percorsi d’integrazione).Ma quale ruolo giocano, ai fini dell’integrazione, ciascunodei due “modi” di fare volontariato? <strong>La</strong> letteratura sociologicaè generalmente orientata a r<strong>it</strong>enere che prestare lavoro volontarionelle Odv <strong>it</strong>aliane – siano esse più o meno impegnate aoccuparsi dei bisogni della popolazione immigrata – rappresentiil segno dell’avvento di una fase più avanzata e più maturadel processo d’integrazione. Secondo una sorta di logica“sequenzialista”: dapprima il migrante è più propenso a mil<strong>it</strong>arepresso le associazioni etniche o nazionali (di cui è spessomembro); in una fase successiva, segno di una migliore integrazione9 , il migrante s’impegna a far volontariato presso leOdv del Paese d’arrivo, soprattutto in quelle che si occupanodei bisogni della popolazione immigrata; in ultimo, il coinvolgimentodel migrante nel volontariato tout court (cioè all’internodelle Odv non specificamente “vocate” a fornire aiuto allapopolazione immigrata) cost<strong>it</strong>uisce l’indice di un percorsod’integrazione completo e coronato da successo.In questa prospettiva, la spinta motivazionale a impegnarsilibertàcivili9 Si r<strong>it</strong>iene che in questa fase il migrante abbia risolto i problemi connessi alprimo insediamento (problemi che cost<strong>it</strong>uivano anche una ragione in più per cercareappoggio nelle associazioni etniche o di connazionali) e abbia conquistato unastabil<strong>it</strong>à occupazionale, ab<strong>it</strong>ativa e di redd<strong>it</strong>o che, un<strong>it</strong>amente alla maggiore familiar<strong>it</strong>àcon i servizi e con le risorse disponibili nel contesto d’insediamento, gli consentel’accesso ai dir<strong>it</strong>ti di c<strong>it</strong>tadinanza attiva. Tutto ciò metterebbe il migrante – comein effetti in molti casi accade – nella condizione di poter pensare di dedicare partedel proprio tempo ad attiv<strong>it</strong>à di volontariato, anche all’interno delle Odv “autoctone”1182011 luglio-agosto

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