I nuovi spazi sociali transurbani e interetniciobbligando milioni di persone a costruire, mediante l’incontrocon l’Altro globale e spesso senza averne diretta consapevolezza,una nuova organizzazione sociale in cui si mescolano urban<strong>it</strong>àe rural<strong>it</strong>à, ident<strong>it</strong>à culturali diverse, etnie, economie fluide etransnazionali, capaci di superare i rigidi confini dello Statonazionale, in un complesso puzzle ident<strong>it</strong>ario che ha condottoalla contemporanea formazione delle c<strong>it</strong>tà globali e di nuovi spazisociali transurbani e interetnici. <strong>La</strong> nuova organizzazioneurbana e sociale terr<strong>it</strong>oriale si fonda sugli effetti prodottidall’articolarsi della combinazione globalizzazione-migrazioni,producendo una varietà di s<strong>it</strong>uazioni insediative differenziate.Si tratta di una plural<strong>it</strong>à frutto di un’originale convergenza localedi caratteri spaziali e sociali multis<strong>it</strong>uati e multietnici. Lo stessoab<strong>it</strong>are, apparentemente azione rassicurante, diventa nel nuovospazio sociale transurbano e interetnico occasione di incontroe confronto, anche simbolico, che tende a stabilizzarsi nel tempo,sino a definire una nuova forma di coab<strong>it</strong>azione.All’interno di questo processo, le migrazioni svolgono unruolo fondamentale che necessariamente si manifesta nelle formeoriginali e proprie delle culture di cui sono portatrici. Si trattadi nuovi spazi sociali non più circoscr<strong>it</strong>ti nei confini rigidi,libertàciviliPrimo Piano2011 luglio-agosto55
I nuovi spazi sociali transurbani e interetniciPrimo PianolibertàciviliÈ crucialecomprenderecome la nuovaurban<strong>it</strong>àconsentaalle diversecomun<strong>it</strong>àdi migrantiresidentinella stessac<strong>it</strong>tà digestire le lorodifferenzeculturali,permettendounacoab<strong>it</strong>azionepacificae durevolefacilmente individuabili, dei vecchi quartieri urbani, ma invececaratterizzati da pratiche sociali, ident<strong>it</strong>arie, economiche in cuiè evidente l’aumento del potenziale di accessibil<strong>it</strong>à agli altri,nel senso della possibil<strong>it</strong>à di incontri e scambi. Lo stesso spaziofamiliare, con l’insediamento dei migranti e la formazionedella relativa comun<strong>it</strong>à, diventa problematico, ossia non piùriconoscibile nella sua specific<strong>it</strong>à tradizionale. Esso necess<strong>it</strong>adi una riprogrammazione che prevede l’inclusione di nuovi ediversi stili di v<strong>it</strong>a, in modo da costruire le fondamenta di unac<strong>it</strong>tà realmente <strong>interetnica</strong>, quale lento ma costante processodi costruzione e radicamento di un modello socio-urbano nuovoe includente.<strong>La</strong> questione principale è capire come la nuova urban<strong>it</strong>àconsenta alle diverse comun<strong>it</strong>à di migranti residenti all’internodi un medesimo spazio urbano di gestire la compless<strong>it</strong>à dellerispettive differenze culturali, consentendo la durevole eauspicabilmente pacifica coab<strong>it</strong>azione. I punti fondamentaliriguardano l’esistenza o meno di una possibile competizionetra le diverse culture compresenti per il predominio di unasola tra loro quale riferimento prevalente; quali rapporti sigenerano tra le diverse culture (tolleranza, inclusione, dialogo,indifferenza, competizione); e se esiste la possibil<strong>it</strong>à di unarelazione tra loro che permetta l’elaborazione di un patrimoniosimbolico-culturale comune. È evidente che questo genere diproblematiche, legate alla possibile natura <strong>interetnica</strong> della c<strong>it</strong>tà,non possono essere affrontate solo guardando alla residenzial<strong>it</strong>àtra le diverse culture e alla coab<strong>it</strong>azione dei relativi esponentinella condivisione di spazi urbani, ma includendo nell’analisipossibili relazioni economiche, simboliche o di altro genereche presuppongono una riflessione ben più ampia.Da questa premessa emerge l’indispensabile riflessionemultidisciplinare sulla c<strong>it</strong>tà <strong>interetnica</strong>. Non è certo possibilepensare di affrontare questa tematica e di organizzare inecessari presupposti della futura c<strong>it</strong>tà <strong>interetnica</strong> attraversoun’analisi monodisciplinare, solo sociologica o urbanistica oeconomica. <strong>La</strong> sua compless<strong>it</strong>à richiede un dialogo intradisciplinareauspicabile e indispensabile. Peraltro le praticheinteretniche che legano locali e migranti sono intimamenteconnesse alla globalizzazione e alla sua indiscutibile mutevolezza.Si tratta, infatti, di azioni in continuo mutamento e mai date inmaniera defin<strong>it</strong>iva. Ciò richiede un’attenzione continua e un’elaborazionemolto complessa.In particolare, la coab<strong>it</strong>azione <strong>interetnica</strong> urbana, seppurein uno spazio transnazionale, è legata alle ident<strong>it</strong>à dei gruppi562011 luglio-agosto