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La città interetnica - libertacivili.it

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Nel Sahara, nuove c<strong>it</strong>tà multiculturali in pericoloPrimo Pianolibertàcivili<strong>La</strong> guerra in Libia ha resopericolosa questa zona,piena di miliziani mercenaripro-Gheddafi, che hannorivenduto nell’area le armisottratte alle caserme libichealmeno fino al lim<strong>it</strong>are del deserto. Di c<strong>it</strong>tà in c<strong>it</strong>tà, i nomadi diieri sono diventati gli attori della mobil<strong>it</strong>à di oggi. <strong>La</strong> loro disseminazionetra vari Stati, assieme all’urbanizzazione delle vecchieborgate desertiche del Sahara centrale, ha favor<strong>it</strong>o la nasc<strong>it</strong>adi un sistema di trasporti alla cerniera sahelo-sahariana. Legrandi vie di passaggio delle migrazioni transahariane sonoall’origine delle vie di emigrazione attuali.<strong>La</strong> guerra in Libia ha reso questa enorme area ancora piùpericolosa. C’è una diretta conseguenza mil<strong>it</strong>are: le miliziepro-Gheddafi sono compos<strong>it</strong>e e formate in parte da mil<strong>it</strong>ariprovenienti dal Ciad, Mali e Niger. I milizianiciadiani lavorano da tempo in Libia, ma pernigerini o maliani si tratta di nuove leve. Sicalcola che circa 26mila ex combattenti tuarego di altre etnie siano andati a combattere perdenaro. Un’altra conseguenza è legata allacircolazione delle armi. Le caserme libichesono state saccheggiate e le armi vendutenell’area. Si dice che terroristi e altri ribellisiano venuti in possesso di armi pesanti. C’è anche una conseguenzaeconomica, tenuto conto del blocco delle esportazioniverso la Libia (soprattutto bestiame) e della fine dei finanziamentilibici nell’area (cfr. S. Bredeloup e O. Pliez, Migrations entreles deux rives du Sahara in “Autrepart” 26, 2005). Infine oltre200mila lavoratori nigerini, che avevano trovato un’occupazionein Libia, sono ora rientrati in patria dopo aver perso tutto.<strong>La</strong> crisi libica cambierà le vie di passaggio e le c<strong>it</strong>tà ingrossatedai flussi migratori e economici di questi ultimi tempi, fortementearricch<strong>it</strong>e, si r<strong>it</strong>roveranno presto in una condizione diisolamento. Le principali c<strong>it</strong>tà sahariane, s<strong>it</strong>uate al lim<strong>it</strong>e trastrade asfaltate e piste, hanno a lungo beneficiato della mannadei traffici e del trans<strong>it</strong>o migratorio. È il caso di Agadez nelNiger, di Tamanrasset in Algeria ma anche di Sebha e di Kufrain Libia o di Gao in Mali e Abeché in Ciad. I vecchi caravanserraglie posti di commercio del Sahara sono stati i pivot deimovimenti transfrontalieri. A Sebha, porta di entrata in Libiadal Niger e dal Ciad, circa il 40% della c<strong>it</strong>tà è ab<strong>it</strong>ato da quartieridi rifugiati o migranti.Tra questi grandi centri sono fior<strong>it</strong>i anche decine di piccoliagglomerati che crescono grazie alla loro posizione sulle piste,fungendo da stazioni di posta, di rifornimento, servizio o riparazionedei veicoli. È il caso dei centri alla frontiera algerina olibica. Tra Agadez e il sud libico, Dirkou conta oggi circa10mila ab<strong>it</strong>anti anche se ufficialmente ne dichiara duemila.262011 luglio-agosto

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