12.07.2015 Views

La città interetnica - libertacivili.it

La città interetnica - libertacivili.it

La città interetnica - libertacivili.it

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

I nuovi spazi sociali transurbani e interetniciUn nuovomodello diorganizzazioneurbanae sociale si staformandoe i suoi trattipossonoessere giàcolti a partiredai nuovispazi urbanidelle piccolee mediec<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>alianema anche il pomerium invalicabile delle c<strong>it</strong>tà tradizionalmenteintese, quali monadi rigidamente distinte sia al loro interno, inquartieri ognuno con una sua particolare c<strong>it</strong>tadinanza, sia dallospazio rurale circostante, contribuendo a riscriverne l’organizzazioneurbana e riarticolando il complesso delle relazionisociali che caratterizzano le ident<strong>it</strong>à culturali locali. Si tratta,a ben osservare, di un’opportun<strong>it</strong>à straordinaria di rigenerazionee ricreazione di un tessuto sociale nuovo, centrato sull’accoglienza,l’inclusione, il dialogo e la convivenza tra le diverseident<strong>it</strong>à etniche e i suoi diversi patrimoni culturali. Una straordinariae strategica chance di modernizzazione e ri-generazione delPaese, pur nella consapevolezza dei possibili confl<strong>it</strong>ti cheda tale progetto potrebbero scaturire.Il secondo presupposto è relativo, conseguentemente alprimo, alla formazione di un nuovo modello di organizzazioneurbana e sociale, i cui tratti possono essere già colti a partiredai nuovi spazi urbani delle piccole e medie c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>aliane. Le c<strong>it</strong>tàcost<strong>it</strong>uiscono ancora, come sostiene il Segretario generaledella Nazioni Un<strong>it</strong>e, Ban Ki Moon, nell’intervento riportato inapertura, “i maggiori centri dell’azione, i fulcri, i magneti, i luoghidove le persone entrano in contatto e coesistono”. Per i centriurbani vale ancora l’antico proverbio tedesco secondo cui“l’aria delle c<strong>it</strong>tà rende liberi” (Stadtluft macht frei) 1 , anche senon necessariamente uguali, presentando evidenti casi diesclusione sociale. Anche in ragione di questo trend, i confinidelle c<strong>it</strong>tà si sono ampliati notevolmente, dando v<strong>it</strong>a all’evoluzionedi forme urbane nuove. Martinotti definisce questo processo“recessione dei confini urbani”. <strong>La</strong> c<strong>it</strong>tà si proietta sempre piùverso l’esterno, includendo terr<strong>it</strong>ori o aree o quartieri considerat<strong>it</strong>radizionalmente periferici e contemporaneamente anche i lororesidenti, generalmente esclusi dal perimetro urbano e collocatinegli slum trascurati, lontani dai pregiati centri storici. Si trattadi un modello di c<strong>it</strong>tà estroverso che include la divers<strong>it</strong>à legataalla presenza dell’Altro, inteso come migrante.Il terzo e ultimo presupposto è relativo agli spunti di riflessioneforn<strong>it</strong>i dalla recente conferenza internazionale sulla c<strong>it</strong>tà <strong>interetnica</strong>di cui si parla in questo numero di libertàcivili, durante laquale è stata sottolineata la central<strong>it</strong>à delle c<strong>it</strong>tà per il processodi integrazione dei migranti nel tessuto sociale ed economico1 Già negli statuti della c<strong>it</strong>tà di Parma, la libertà era subordinata alla permanenzain c<strong>it</strong>tà per 10 anni, a dimostrazione del valore che aveva l’essere riconosciuti comec<strong>it</strong>tadini e quindi l’assunzione di uno status che garantiva dir<strong>it</strong>ti e vantaggi indubbirispetto a coloro che invece ancora ab<strong>it</strong>avano nelle campagnePrimo Pianolibertàcivili2011 luglio-agosto53

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!