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La città interetnica - libertacivili.it

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Il progetto della c<strong>it</strong>tà <strong>interetnica</strong>Primo PianolibertàciviliPer l’arch<strong>it</strong>ettoBeguinot“il degradodella c<strong>it</strong>tàsi combattecon rimedifrutto di alcuniprincipi-base,tra i qualil’uso delletecnologie eun’arch<strong>it</strong>etturaurbanadel dialogo”violenze che hanno devastato le periferie di Londra, in unesplosivo collegarsi di forme di delinquenza e di vandalismocon disagi e tensioni sociali di una portata profonda e lontananel tempo, non rimuovibili con semplici interventi di ordinepubblico.Eppure l’uomo ha bisogno della c<strong>it</strong>tà, essa è il suo hab<strong>it</strong>atelettivo: in questo luogo l’essere umano si definisce, si esprime,organizza la propria v<strong>it</strong>a. Perciò deve declinarne nuovamentel’ident<strong>it</strong>à; un’ident<strong>it</strong>à che poggia paradossalmente sulla matricegenerativa della divers<strong>it</strong>à. Il progetto della c<strong>it</strong>tà <strong>interetnica</strong>, sortonell’amb<strong>it</strong>o della fondazione di studi urbanistici Aldo Della Rocca(un giovane arch<strong>it</strong>etto morto prematuramente in un lontanoincidente automobilistico), è stato fatto proprio dal Governo<strong>it</strong>aliano, che lo sostiene oggi nella sua proiezione internazionaleattraverso il ministero degli Esteri e il sottosegretario VincenzoScotti (che interviene più avanti in questo numero di libertàcivili).Il progetto è il frutto di un grande e trasversale gruppo di lavoroe di saperi: urbanistici ma anche economici, sociali, umanistici,storici.Corrado Beguinot non si stanca di proporre la sua analisi: “Ildegrado delle c<strong>it</strong>tà si combatte con rimedi frutto di alcuni principibase: una arch<strong>it</strong>ettura urbana del dialogo, l’uso delle nanotecnologie,il chilometro zero come prossim<strong>it</strong>à spaziale deiservizi rispetto ai c<strong>it</strong>tadini, un welfare inteso come prevenzionedei problemi urbani, la creazione della figura di un ‘garanteinteretnico’ per la cura delle c<strong>it</strong>tà”. Come raggiungere questiobiettivi? “Stiamo lavorando da tempo a un manifesto-concorsosul tema della c<strong>it</strong>tà sostenuto dai grandi premi Nobel, a uncatalogo dei saperi per una nuova enciclopedia della scienzache affronti il tema della c<strong>it</strong>tà su scala planetaria, e stiamolavorando sulla formazione di classi dirigenti in grado di gestirela compless<strong>it</strong>à della c<strong>it</strong>tà <strong>interetnica</strong>”.<strong>La</strong> road map di questo lavoro, dopo l’incontro avvenuto aNew York nel settembre 2009 con una serie di agenzie delleNazioni Un<strong>it</strong>e è prosegu<strong>it</strong>a con un calendario di altri importantiappuntamenti: Rio de Janeiro nel maggio 2010, Napoli neldicembre 2010, Roma nel giugno 2011, di nuovo a New York nelsettembre 2011. A Rio de Janeiro, organizzato proprio da unadelle agenzie che fanno capo al Palazzo di vetro, l’Alleanzadelle civiltà, si è svolto un convegno internazionale sul temadella “c<strong>it</strong>tà condivisa”. Si è discusso di coesistenza, di c<strong>it</strong>tadinanzainterculturale, di come non nascondere le differenze, maviverle insieme. L’Italia era presente con una delegazione delministero degli Esteri e una della fondazione Della Rocca.122011 luglio-agosto

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