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La città interetnica - libertacivili.it

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Intervista al sindaco di Reggio Emilia, Graziano DelrioPrimo Pianolibertàcivilicercando di convogliare finanziamentinazionali, regionali ed europei, ma contributisporadici tolgono struttural<strong>it</strong>à e lapossibil<strong>it</strong>à di programmare.Per gestire queste attiv<strong>it</strong>à è certamentenecessario personale qualificato,in grado di rappresentare un interlocutorecredibile per gli immigrati e per le stesseist<strong>it</strong>uzioni; il riferimento è in particolarea figure-chiave come quella dei mediatoriinterculturali. Come reper<strong>it</strong>e questerisorse umane?Dell’importanza di “mediatori, costruttoridi ponti, saltatori di muri, esploratori difrontiera” ha scr<strong>it</strong>to a suo tempo congrande saggezza Alex <strong>La</strong>nger. Uno deipassaggi fondamentali della convivenzaè certamente quello della mediazione,anche della mediazione del confl<strong>it</strong>to,soprattutto per le s<strong>it</strong>uazioni di precarietàed emergenza.Grazie all’interesse nato attorno alCentro Mondinsieme è cresciuta un’ottimagenerazione di giovani preparati,grazie ai quali abbiamo rapporti confamiglie, associazioni, nuovi c<strong>it</strong>tadini chetutti gli anni incontriamo in sala Tricolore.Ci sono ottime risorse ed esperti inComune, nelle aziende per gli alloggipubblici, nell’azienda san<strong>it</strong>aria, nellecooperative sociali che si occupano dirifugiati ed emergenza. Non sono lerisorse umane che mancano, ma quelleeconomiche che, alla fine, penalizzanoquesti servizi e l’utilizzo di queste grandicapac<strong>it</strong>à. Depotenziare tali servizi, cosìcome gli sportelli di mediatori sociali esan<strong>it</strong>ari, di mediazione condominiale,scolastica, gli sportelli informativi per tuttele pratiche che riguardano l’arrivo e lapermanenza in Italia o per le assistentifamiliari significa impoverire una comun<strong>it</strong>àe la sua tenuta sociale.Reggio Emilia è a tutti gli effetti unac<strong>it</strong>tà <strong>interetnica</strong>. Quale ruolo hannosvolto le divers<strong>it</strong>à come fattore di sviluppoeconomico e culturale? Come ècambiata la percezione dei suoi c<strong>it</strong>tadiniverso la realtà dell'immigrazione?Reggio Emilia ha avuto fino ad oggiuna economia basata sul manifatturiero.Nel 2009 era tra le prime realtà <strong>it</strong>alianeper Pil e tasso di occupazione e assorbivasignificative quant<strong>it</strong>à di forza lavoro. Ilbenessere e lo sviluppo di questi annisono in gran parte dovuti alle personeche sono arrivate con le loro braccia asostenere la nostra economia.In questa c<strong>it</strong>tà, dove c’è un atteggiamentoquasi religioso verso il lavoro, illavoro è stato, nonostante ciò cuiaccennavo prima, un lasciapassare socialeper essere rispettati. Gli stessi sondaggihanno dimostrato che la percezione diinsicurezza legata all’immigrazione si èfortemente ridimensionata in questi ultimianni, acquisendo la consapevolezza chel’immigrazione è stata una risorsa. Oggisiamo in una fase nuova perché la crisimorde, mettendo in discussione i postidi lavoro di tutti e in particolare quellidegli immigrati: su 8.353 disoccupatiiscr<strong>it</strong>ti al Centro per l’impiego, il 40% circasono stranieri. Quello che ci preoccupaoggi non sono le tensioni culturali, ma ildisagio sociale di tutti e la mancanzadi prospettiva delle nuove generazionidi <strong>it</strong>aliani, con gen<strong>it</strong>ori <strong>it</strong>aliani o stranieri,cui spetterebbe di scrivere il futuroeconomico e culturale di questa c<strong>it</strong>tà edel nostro Paese.Per finire sindaco, come immagina lac<strong>it</strong>tà del futuro? Come la disegnerebbe?Le direttrici della Comun<strong>it</strong>à europeaper il 2020, “cresc<strong>it</strong>a inclusiva, sostenibile,intelligente” possono orientare il nostro38 2011 luglio-agosto

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