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La città interetnica - libertacivili.it

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C<strong>it</strong>tà interculturali: comun<strong>it</strong>arismo, ghettizzazione e dir<strong>it</strong>ti culturaliPrimo Pianonecessario rispetto del dir<strong>it</strong>to altrui: anche la c<strong>it</strong>tadinanza avrà,dunque, in tale contesto, un’origine contrattualistica; 3) il mondoè alla base del dir<strong>it</strong>to di c<strong>it</strong>tadinanza che si rifà all’idea dicosmopol<strong>it</strong>ismo, la quale era considerata una mera utopiafino a pochi anni fa, mentre oggi appare come un obiettivoconcreto da raggiungere, dati i processi di “mondializzazione” inatto 3 . Questi ultimi hanno prodotto una crescente consapevolezzadel fatto che tutti viviamo in un “villaggio globale” 4 , semprepiù privo di frontiere di qualunque tipo; conseguentemente,ciò rimette in discussione l’essenza stessa dello Stato, intesocome organizzazione pol<strong>it</strong>ica che eserc<strong>it</strong>a la propria sovran<strong>it</strong>àsu un terr<strong>it</strong>orio chiaramente delim<strong>it</strong>ato. Come ha scr<strong>it</strong>to JeremyRifkin “lo spostamento dall’amb<strong>it</strong>o geografico al cyberspazio,dal cap<strong>it</strong>alismo industriale a quello culturale, dalla proprietàall’accesso, è destinato a provocare un radicale ripensamentodel contratto sociale. […] l’accesso sta diventando un potentestrumento concettuale per riformulare una visione del mondoe dell’economia, ed è destinato a diventare la metafora piùefficace della nuova era” 5 .È necessario ripensarel’idea di multiculturalismo,fondata sulla nozioneliberale di tolleranzae sulla central<strong>it</strong>à del dir<strong>it</strong>toalla propria ident<strong>it</strong>àDi fronte a questa s<strong>it</strong>uazione di fatto, sorge la necess<strong>it</strong>à didiscutere e ripensare la nozione di multiculturalismo, fondatasull’idea liberale di tolleranza e sulla central<strong>it</strong>à accordata al dir<strong>it</strong>toall’autoaffermazione di ciascuna comun<strong>it</strong>à, in base alla propriaspecifica ident<strong>it</strong>à, che Zygmunt Baumandefinisce come l’“ideologia della fine dell’ideologia”.Il suo successo sarebbe il frutto di duetrasformazioni legate al carattere “liquido”e deregolamentato della società moderna: il“disimpegno quale nuova strategia di poteree dominio” e l’“eccesso quale odiernaforma di sost<strong>it</strong>uzione della regolamentazionenormativa” 6 . Il sociologo polacco vede nelmulticulturalismo una forza conservatrice, poiché “il suo effettoè una ridefinizione delle ineguaglianze, qualcosa che difficilmentelibertàcivili3 Cfr. A. Tosolini, Ident<strong>it</strong>à, divers<strong>it</strong>à, plural<strong>it</strong>à. <strong>La</strong> c<strong>it</strong>tà in prospettiva multiculturale,in K. F. Allam, M. Martinniello, A. Tosolini, <strong>La</strong> c<strong>it</strong>tà multiculturale: ident<strong>it</strong>à, divers<strong>it</strong>à,plural<strong>it</strong>à, Emi ed<strong>it</strong>ore, Bologna, 2004, p.174 Cfr. M. McLuhan, Understanding Media: The Extensions of Man, McGraw Hill,New York, 19645 Cfr. J. RIifkin, L’era dell’accesso, Mondadori, Milano, 2000, p. 206 Cfr. Z. Bauman, Voglia di comun<strong>it</strong>à, Ed<strong>it</strong>ori <strong>La</strong>terza, Roma-Bari, 2009, p. 121642011 luglio-agosto

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