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La città interetnica - libertacivili.it

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I nuovi spazi sociali transurbani e interetniciPrimo Pianolocale e nazionale. Nel messaggio inviato per l’occasione, ilPresidente della Repubblica, Giorgio Napol<strong>it</strong>ano, ha ricordato che“esclusione e isolamento non possono offrire una risposta alladinamica dell’immigrazione”, mentre lo stesso Ban Ki Moon hasottolineato che “quella odierna è l’era della mobil<strong>it</strong>à in cui le c<strong>it</strong>tàsono i principali centri d’interazione, gli hub in cui si collabora esi convive”. Uno spunto di riflessione importante per incentivarestudi multidisciplinari sul ruolo delle c<strong>it</strong>tà nella società contemporanea,quali centri nevralgici per l’incontro tra migranti eautoctoni e delle relative dinamiche ed evoluzioni.Le migliaiadi migrantiche ogni annoentranonel nostroPaese tendonoa risiederein spazi urbaniperiferici,generandoprocessi,fenomeni ecomportamentietnicamenteconnotatiI migranti sono da considerare ormai come presenza organicadella società contemporanea, sino a immaginare la possibilecostruzione di una futura “c<strong>it</strong>tà <strong>interetnica</strong>” avente una suaspecifica organizzazione urbana e sociale fondata sull’inclusionedella divers<strong>it</strong>à etnica. Si tratta della più chiara evidenza dellecorrette previsioni di molti sociologi, urbanisti e filosofi, chesul finire del Novecento, sulla base anche di talune evidenzeempiriche inconfutabili, correttamente definivano le migrazioni“una delle sfide più impegnative del prossimo secolo”,responsabili del mutamento “nelle relazioni sociali, nei modellisocioculturali di v<strong>it</strong>a e nell’ambiente umano, cioè nella societàglobale in quanto rete di relazioni” (Pollini e Scidà), riconoscendolecome “uno dei meccanismi essenziali di cambiamento inseno alle società” (Noin) 2 .Le migliaia di migranti che ogni anno entrano nel nostro Paesetendono a risiedere in spazi urbani generalmente perifericigenerando processi, fenomeni e comportamenti etnicamenteconnotati che contribuiscono a trasformarne l’organizzazionesociale ed economica, nonché il relativo patrimonio simbolico.Il m<strong>it</strong>o della c<strong>it</strong>tà ha storicamente rappresentato il punto diriferimento per milioni di uomini che per secoli hanno ancoratole proprie esistenze, speranze, relazioni e aspettative a un’organizzazionecomplessa, ma anche rigidamente perimetrataattraverso confini fisici, culturali, economici e sociali che assicuravanoun processo di identificazione forte e rassicurante.Questo riferimento è entrato in crisi con la globalizzazione,libertàcivili2 Si tratta di una delle evidenze maggiori di ciò che Pastore (2004) definisce il“restringimento del mondo”, ossia la straordinaria compressione delle dimensionidello spazio e del tempo e che ha portato Zygmunt Bauman, nel 1998, a parlare di“fine della geografia”. Una conclusione drastica, ma che pure aiuta a descrivere unprocesso che vede nel mutamento tra spazio urbano e spazio rurale il suo elementopiù originale e interessante542011 luglio-agosto

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