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La città interetnica - libertacivili.it

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Volontariato e immigrazione: una prospettiva psicoanal<strong>it</strong>icadell’universo simbolico delle origini nell’universo simbolico incui debbono e vogliono integrarsi. <strong>La</strong> scelta di dedicare ilproprio tempo all’associazionismo su base etnica o nazionaleparla della volontà di essere presenti e di preparare il terrenoalle generazioni successive. Nel voler esser presenti, essicercano lo scambio, vivono dello scambio e attraverso loscambio intendono integrarsi.InsiemeFiliazione, riconoscenza e riconoscimentoChi è il destinatario del dono? Detto in altri termini: con chisi è contratto un deb<strong>it</strong>o? Nel caso del migrante che fa volontariatopresso le Odv autoctone, palesemente si parla di undeb<strong>it</strong>o contratto nei confronti della società di “accoglienza”, onei confronti di alcuni suoi segmenti. Nel caso di coloro chescelgono di far volontariato presso le associazioni etniche, siè – o ci si sente – in deb<strong>it</strong>o nei confronti del Paese d’origine.<strong>La</strong> dimensione in gioco è ovviamente quella psicologica:un sentimento di riconoscenza. Dal punto di vista della psicologia“del profondo” – in arte: psicoanalisi – l’idea di riconoscenzarimanda a quella di filiazione – la propria – e alla percezionedi una presenza gen<strong>it</strong>oriale, rappresentata dalla societàd’accoglienza in un caso, dalla rete relazionale del Paesed’origine nell’altro. Nel primo caso: giunti fragili viandanti si èstati accolti in casa e fatti figli. Nell’altro caso: si è ricevutaun’invest<strong>it</strong>ura (un investimento anche economico) un<strong>it</strong>amenteall’incarico di andare in nome e per conto di… in quanto figlio.Secondo un approccio interpretativo old fashion 11 nelprimo caso vige l’impegno nella risoluzione della dinamicaedipica verso i gen<strong>it</strong>ori “adottivi”, nel secondo vige l’impegnonella risoluzione della dinamica edipica verso i gen<strong>it</strong>ori “biologici”.11 L’interpretazione in chiave edipica, di classica impostazione freudiana, è statautilizzata anche dai coniugi Grinberg, con riferimento alle dinamiche psichicheconnesse all’immigrazione (Grinberg L., Grinberg R., Psicoanalisi dell’emigrazionee dell’esilio, FrancoAngeli, Milano 1990, Madrid 1982). In particolare, questi autorihanno anche stabil<strong>it</strong>o una simil<strong>it</strong>udine tra adozione e integrazione: “Le espressioni‘terra d’adozione’ o ‘paese adottivo’ vengono usate con molta frequenza quandoci si riferisce a persone la cui v<strong>it</strong>a e le cui attiv<strong>it</strong>à si svolgono, o in forma temporaneao defin<strong>it</strong>iva, fuori del loro paese d’origine. All’epoca in cui le grandi masse migratoriesi trasferivano in nave, le persone con cui si stabiliva durante la traversata unrapporto di amicizia venivano chiamate ‘fratelli’ di viaggio; erano rapporti che sicercava di mantenere per ricostruire una ‘famiglia’ di fratelli nel nuovo paese e peravere dei connazionali che dessero la sensazione di rimanere un<strong>it</strong>i al mondo conosciutoe perso, e che allo stesso tempo servissero da ponte verso il nuovo. Tutto ciò èvincolato alla fantasia inconscia di stare affrontando una nuova nasc<strong>it</strong>a, per la qualeè importante contare sull’appoggio (holding) del nuovo ambiente circostante, di nuovi‘gen<strong>it</strong>ori’ che ricevano il soggetto e lo accettino” (p.199)libertàcivili2011 luglio-agosto121

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