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La città interetnica - libertacivili.it

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Primo PianoDalla polis monocentricaai nuovi spazi social<strong>it</strong>ransurbani e interetniciLe migrazioni hanno cambiato le nostre c<strong>it</strong>tà,ampliandone i confini e aumentandone la plural<strong>it</strong>à.Auspicabili un approccio multidisciplinare e unaprogrammazione sociale e urbana basata sulla“divers<strong>it</strong>à” quale collante di questa nuova realtàdi Marco OmizzoloDottorando - Univers<strong>it</strong>à di FirenzelibertàciviliIl modellodi urban<strong>it</strong>àtradizionaleè in via disuperamento,corroso dallaglobalizzazione,con il suocarico dicontraddizionie opportun<strong>it</strong>à,e in particolaredallemigrazioniRiflettere su un argomento complesso come la c<strong>it</strong>tà <strong>interetnica</strong>,quale traguardo auspicabile di un percorso di inclusione socialecapace di tenere insieme diverse culture, etnie e ident<strong>it</strong>à econtemporaneamente, alla luce della compless<strong>it</strong>à della societàcontemporanea, tenere in equilibrio l’articolato intreccio divariabili globali e locali, significa partire da tre presuppostifondamentali.In primis, il superamento, come stanno dimostrando i risultatidi alcune tra le ricerche più avanzate della sociologia urbana,del modello di urban<strong>it</strong>à tradizionale. In questo caso è importantec<strong>it</strong>are quanto scrive Franco Ferrarotti insieme all’arch<strong>it</strong>ettoMassimiliano Fuksas in un saggio del 2006: “l’idea di polismonocentrica e omogenea, così come tramandataci dal nostroglorioso passato e dalla nostra cultura classica (con la c<strong>it</strong>tàsviluppata tutt’attorno all’Agorà e al Pireo) non è più praticabilené può cost<strong>it</strong>uire un ideale: viviamo in un mondo in continuomovimento, siamo tutti migranti e abbiamo bisogno di spazidinamici e policentrici in cui muoverci. <strong>La</strong> c<strong>it</strong>tà deve acquisireuna sua mobil<strong>it</strong>à di sviluppo che in qualche modo riesca a farconvivere una molteplic<strong>it</strong>à linguistica, religiosa, etnica senzaprodurre dei ghetti come invece si tende a fare oggi. I luoghidi r<strong>it</strong>rovo della gente devono essere luoghi interetnici, interlinguistici”.L’idea di un’urban<strong>it</strong>à consolidata, stabile, rigida èsempre più corrosa dal mare in tempesta della globalizzazionecon il suo carico di contraddizioni e opportun<strong>it</strong>à e attraversoessa, in particolare, dai flussi migratori. Questi ultimi sono stati ingrado di superare non solo i rigidi confini degli Stati-nazione522011 luglio-agosto

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