E domani - Anna Lussignoli

taxi. Era ora di tornare a casa. O meglio di farmi tornare a casa.
M’imbucò su un veicolo giallo, mi baciò la guancia, si voltò verso un
giovane dall’aria piuttosto allegra e mi salutò soffiandomi all’orecchio.
“Passerò la notte da lui. Ci vediamo domani”.
Mi appoggiai al sedile del taxi, afferrai con le mani la tela del sedile,
mi voltai per vedere attraverso il vetro dov’era Giulia, ma le macchine
già mi coprivano la visuale. Guardai il taxista, poi il Sunset, poi le
insegne luminose dei negozi chiusi e mi addormentai.
La notte di Giulia
Giulia passò un dito sotto l’occhio per cercare di togliere le tracce
di rimmel che durante la notte erano colate, offrì la sua mano a Rob
e lo seguì.
“Giulia ma lo sai che mi piaci proprio tanto? Sei bellissima!” La
bocca di Rob pareva il regno del superlativo.
Rob stritolava la mano di Giulia e ogni poco la sollevava.
“Dove abiti?” azzardò lei dopo dieci minuti che camminavano.
“Qui vicino, non preoccuparti, ancora poco”.
Rob indagò con l’indice la mano di Giulia e cominciò a correre.
“Perché stai correndo?”
Lui ansimò: “Perché non abbiamo tutto il tempo del mondo. Vorrei
averlo. Sarebbe meglio, ma non l’abbiamo”.
“Rob, ma dove mi vuoi portare?”
La complicità tra loro cresceva ad ogni raggio di luna in più. C’erano
tre stelle ad illuminarli.
“Giulia, qualcuno ti aspetta quando torni a casa?”
“Sì”, Giulia aveva sempre qualcuno che la aspettava.
Rob indagò: “E ci stai bene?” Lei esitò qualche secondo poi
rispose:
“Io sto bene con me stessa”.
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