E domani - Anna Lussignoli

ero completamente scoordinata. Ogni poco una mano mi sfiorava il
fondo schiena e non individuavo mai il colpevole.
Con una scusa mi staccai dall’uomo “ampio” che pretendeva di modellarsi
su di me come possono fare l’aria o l’acqua. Mi dileguai verso
il bagno e mentre mi districavo tra i corpi della gente che parevano
pietrificati a terra lo vidi. Vidi Lui.
L’uomo dalle radici persiane era ad un tavolo con molta gente. Mi
nascosi dietro una colonna per spiarlo. Ero ubriaca fradicia e credevo
di sognare. Desideravo andare da lui e liberarmi della mia rabbia
dicendogli quanto era stato maleducato a non venire all’appuntamento,
ma nello stesso tempo volevo accarezzargli la spalla e dirgli
che era magnifico, semplicemente magnifico.
Continuai a spiarlo, mentre si versava da bere e accarezzava i capelli
di una biondina che nervosamente cercava qualcosa nella borsa.
La musica nel club diminuiva a causa dell’orario e anche la mia sbornia
mi abbandonava.
“Miriam, ma dove eri finita? Ti stavamo cercando. Sembri un adolescente
pescata a rubare ai grandi magazzini. Perché hai quella
faccia?”
“Giuly, l’ho visto. È là…”
“Andiamo a casa che stai cominciando ad attorcigliare le parole. Andrà
a finire che stanotte rigetterai anche l’anima”.
In quel momento l’alcool riattivò i suoi effetti e sentii le mie labbra
allargarsi. Era davvero ridicola quella situazione: io dietro le palme,
la mia amica che mi ripeteva come se stesse leggendo un sermone in
chiesa che avrei vomitato e lui a pochi metri da me.
Uscii docile all’aperto e finalmente rigettai la vodka e tutta la mia
malinconia dietro una macchina in pieno Sunset Boulevard.
Quando finii lo spasmo riaprii gli occhi e nell’oscurità vidi muoversi
la figura di Giulia. Stava fumando una sigaretta appoggiata al muro e
si guardava intorno. La strada era affollatissima e una Bmw grigia si
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