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E domani - Anna Lussignoli

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intelligente. Aveva qualcosa in più. Vinceva le borse di studio, tutti<br />

la apprezzavano prima. Anzi tutti la apprezzavano anche allora. Allora,<br />

però, aveva un marito. Suo marito non lavorava. Non ne aveva<br />

voglia. Tanto Aura avrebbe pensato a tutto. Lei avrebbe sistemato le<br />

cose. Avrebbe pagato l’affitto, lavato, cucinato. Avrebbe portato Nicole<br />

all’asilo. In qualche modo sarebbero arrivati alla fine del mese.<br />

Aura sarebbe corsa avanti ed indietro per le scale dell’ufficio. Qualche<br />

volta avrebbe sbagliato un congiuntivo. Lei non aveva tempo<br />

per la grammatica. Sua figlia sarebbe cresciuta in fretta e si sarebbe<br />

voluta sentire come gli altri, avrebbe voluto le scarpe firmate, il motorino,<br />

sarebbe voluta andare in centro con le amiche e non si sarebbe<br />

potuta sentire povera, diversa, inferiore, sbagliata. Così Aura<br />

si dava da fare. Lavorava, faceva fatica e non le importava se ogni<br />

mattina si alzava alle sei, se suo marito non aveva voglia di fare nulla.<br />

Lei doveva pensare alla bambina. I momenti s’incatenavano gli uni<br />

agli altri. Ormai si cominciavano a confondere i giorni, le stagioni.<br />

Non faceva mai caldo, né freddo in quell’ufficio. Si lavorava semplicemente,<br />

la cosa più popolare e antica del mondo. Qualche volta i<br />

capi erano gentili, qualche volta insopportabili, ma Aura non poteva<br />

dire nulla, doveva tenersi tutto dentro. Spingere tutto fino in fondo<br />

all’anima. Non poteva scherzare, doveva soffocare il suo disappunto<br />

e sorridere. Aura voleva fare l’università, ma non aveva potuto perché<br />

i suoi genitori erano morti. Aura era diventata grande in fretta,<br />

la vita non le aveva risparmiato privazioni e crudeltà. Aura era sola.<br />

Era sola quando inseguiva l’autobus delle 7.05 e lo perdeva perché<br />

il conducente si era alzato male quella mattina. Era sola quando cominciava<br />

a piovere e il traffico si faceva intenso. Ma per Aura l’unico<br />

problema vero era che se avesse fatto tardi non sarebbe stata pagata<br />

e addio vestito nuovo per Nicole, nemmeno i 10 euro per entrare allo<br />

zoo si sarebbero potuti racimolare. Così Nicole non avrebbe regalato<br />

ad Aura la sua unica fonte di gioia, il sorriso fresco di una bambina<br />

che illuminava il grigio stress di un ufficio nel centro di Milano.<br />

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