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E domani - Anna Lussignoli

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vamo nelle orecchie, ma forse non sussurravamo nemmeno troppo<br />

piano.<br />

Eravamo frivoli, disordinati, spensierati e dissipatori. Lontani da<br />

ogni idea aulica ci prendevamo tutti quanti in giro tra le lenzuola,<br />

quasi come se le uniche cose che contassero in quel momento fossero<br />

il gioco e la commedia comico-surrealista che stavamo inscenando.<br />

Come prostitute inquiete, ladri dissipati, sudici giocatori d’azzardo<br />

e frequentatori di squallidi locali eravamo indebitati con la vita ed<br />

appartenevamo ad un universo di ribellione e di abiezione morale.<br />

Forse eravamo sazi ed infastiditi da una realtà che appariva sempre<br />

troppo dilettantistica, troppo falsa-romantico-perbenista e volevamo<br />

scherzare con quello che è per l’uomo l’atto più naturale.<br />

Era un tempo per noi in cui potevamo ridiventare dialettali, quotidiani,<br />

giocosi, ma soprattutto semplici.<br />

Quella però non era la semplicità che cercavo io. Sono sempre stata<br />

molto gelosa delle mie cose e Paolo era una cosa mia, dividerlo con<br />

Giulia non mi piaceva. Anche Giulia era roba mia per certi aspetti e<br />

anche di lei ero gelosa. La gelosia dentro un letto che si sta condividendo<br />

con molte persone fa male.<br />

Mi appoggiai un cuscino sulla pancia per coprire quello che tutti<br />

avevano visto e leccato, eppure sapevo che se l’in<strong>domani</strong> avessi incontrato<br />

i volti dei protagonisti di quella notte di povertà amorosa<br />

non sarei arrossita, ma forse ci avrei anche scherzato sopra.<br />

Il mio corpo cominciava ad essere provato, erano molte ore che non<br />

dormivo. Il sonno stava per cogliermi in una posizione imprecisata<br />

quando sentii una goccia di sudore che mi colava dalla fronte. Le<br />

nebbie dell’alcool erano passate e realizzai quanto accaduto. Rabbrividivo,<br />

mentre le prime luci dell’alba filtravano dalla finestra. Paolo<br />

provò ad abbracciarmi un paio di volte, ma io mi voltai. Si avvicinò<br />

al mio orecchio e disse:<br />

“Miriam, cos’hai?”<br />

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