E domani - Anna Lussignoli
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XII<br />
Una settimana più tardi ancora non mi decidevo a chiamare. Rimiravo<br />
i numeri sul foglio, ma mi mancava la sfrontatezza. Il desiderio<br />
però era tanto, soprattutto dopo la rosa. Era stato un gesto inaspettato<br />
e naturale. Fiori me ne avevano sempre regalati pochi ed io dichiaravo<br />
che non m’interessavano, ma in realtà come la maggior parte<br />
delle donne dicevo una cosa e ne pensavo un’altra. La rosa mi era<br />
piaciuta. Era vermiglia e profumata. Avrei composto il numero.<br />
“Ciao Jam, come stai, ti disturbo, no perché se fosse così ti richiamo<br />
in un altro momento... Sono Miriam”.<br />
“No, figurati mi fa piacere, come stai? Che fai stasera?”. Doveva aver<br />
capito che il mio inglese al telefono non era dei migliori ed era andato<br />
subito dritto al punto per evitare i miei continui: “Scusa puoi<br />
ripetere che non ho capito bene”.<br />
Risposi: “Io bene e per stasera… Perché no… facciamo per le<br />
dieci?”<br />
“Vuoi giocare? Stasera?”<br />
“No, che dopo mi confondi e mi metti tutta in disordine”.<br />
“L’ordine non mi è mai piaciuto. Ci vediamo per le dieci stasera.<br />
Ciao”.<br />
Riattaccò. Conversazione telegrafica, non pensavo nemmeno di trovarlo<br />
al telefono. In pochi minuti avevamo di nuovo un appuntamento.<br />
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