E domani - Anna Lussignoli
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Come una donna restia e pudica la bellezza si vergognava a mostrarsi<br />
al pubblico acclamante e sudato. Tuttavia già allora la bramavo e<br />
Giulia anche.<br />
Giulia ed io eravamo molto diverse tra noi, a venticinque anni ancor<br />
più che a trenta. A quell’età eravamo donne d’altri tempi. I tempi che<br />
non esistono. Quando ci accomodavamo in qualche caffè parevamo<br />
sempre sedute all’interno di carrozze ottocentesche. Ci addobbavamo<br />
con abiti eleganti e colorati per recitare meglio il ruolo di nobili<br />
intellettuali e in alcuni momenti abbandonavamo la discussione per<br />
affondare il naso in testi musicali o religiosi di cui spesso non capivamo<br />
molto. Oppure ce ne inventavamo il significato costruendo<br />
paradigmi sulla vita, sull’amicizia e sull’amore.<br />
Giulia ed io silenziose, complici, rare.<br />
Lei era leggermente più grande di me biologicamente, ma soprattutto<br />
nella vita: studiava, analizzava lo snodarsi degli eventi. Giulia<br />
parlava poco, ma rifletteva molto, come recita un antico proverbio<br />
cinese: “Parlava piano e pensava in fretta”. Spesso mi domandavo<br />
su cosa tanto ostinatamente si interrogasse quando incurvava la fronte<br />
e si trasformava in una matrona pignola e assolutamente geniale.<br />
Questa era lei allora e questa era lei poi: sempre con le ali ai sogni, i<br />
suoi un po’ più contorti, eppure logici, un po’ più profondi e intensi<br />
rispetto a quelli degli altri.<br />
Il campanile rintoccò le sei. Era quasi ora di voltare le spalle al lago<br />
quella sera. Prima, però, il simposio doveva compiersi.<br />
“Giulia, alcune volte mi sento così dannatamente male. Sento che<br />
non sono in grado di gestire la mia vita. Io non so quello che voglio.<br />
È come se tutto ciò che ho mi fosse capitato per sbaglio ed io, aperte<br />
le braccia, l’avessi cullato come un bambino malato”.<br />
“Miriam, io ti stimo, tu lo sai, perché non riesci a capire che se stai<br />
male è solo ed unicamente perché vai contro te stessa. Perché calzi<br />
panni che non sono i tuoi. Non esiste motivo altro al mondo perché<br />
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