E domani - Anna Lussignoli

va sogni, oppure si faceva vincere da un momento di follia. Guardai le
persone disperate e disilluse che vi avevo incontrato. Guardai il sole
caldo di S. Monica, l’oceano e la natura che l’uomo ancora non aveva
distrutto. Guardai chi dai Paesi del terzo mondo si dirigeva verso la
terra delle possibilità e della libertà. Guardai la mia piccola parte di
America, la via dove mi addormentavo, mi svegliavo, facevo colazione,
accendevo lo stereo, la Kelton Ave, ma anche Wilshire BLVD, il Sunset,
S. Monica.
Presi tutto questo e lo chiusi in una palla di vetro. Lanciai ancora
un’occhiata fugace alla fusione del tempo, alla sintesi passato-presente.
Chiusi gli occhi ed aprii le finestre della mente. Entrò una folata
di vento prima gelida, poi caldissima e tutta la fisicità e la materialità
intorno a me sparirono. Sparirono i segnali stradali che mappavano
le strade, sparirono le bussole, l’orientamento, le direzioni, i titoli dei
giornali che raccontavano delle guerre ingiuste, dei corpi a terra senza
vita. Spariva l’uomo con i capelli radi e le unghie lunghe che fermo al
semaforo tra la quinta strada e Colorado Blvd mostrava un cartello
con scritto: “Aiutatemi. Solo aiutatemi vi prego”. Spariva l’uomo di
colore a S. Monica che piegato sulle proprie ginocchia non riusciva
ad alzare la schiena: troppo pesante l’indifferenza del mondo. Spariva
l’odore delle ingiustizie, del male, delle ipocrisie. Spariva tutto dietro
le poche case in legno del countryside a nord della California.
Sparivano le violenze e soprattutto sparivano le cose, gli oggetti. Rimaneva
lassù l’azzurro infinito del cielo senza nuvole. Nulla oltre il blu ed
il celeste ed un unico pensiero: “E domani?”Cosa succederà domani?
Cercai di dormire e riuscii appena a vedere la vasta infinità della terra
che si perdeva in lontananza avvolta da un senso quasi religioso. Le
auto scorrevano vicino ai grattati pendii. Avrei tanto voluto portare
con me quel luogo. Avrei voluto renderlo piccolo, inscatolarlo e condurlo
con me, per ricordare il silenzio di quella terra color rame e
paglia che univa in un’ onda brulla le città di quella parte degli Stati
Uniti che mi aveva ospitata, che mi aveva adottata come una figlia
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