E domani - Anna Lussignoli

come cambiare il mondo, ma il mondo io l’avrei potuto cambiare,
almeno un po’, quel giorno e non l’avevo fatto.
L’avevo ignorato.
L’ignoranza: la cecità verso la specie umana, l’ignoranza e il vizio di
vivere sempre le emozioni da angolazioni diverse rispetto alle anime
che ci passano accanto. Le identità individuali, come barriere, ci dividono
l’un l’altro. Ma fino a che punto la nostra essenza particolare
ci può separare dal tutto che ci circonda?
In pochi secondi Los Angeles e Milano si sovrapponevano come un
puzzle ad incastri malefici. Io ero sempre io e rivivevo in una specie
di diabolico déjà vu tutti i miei errori.
Ero di nuovo a Milano, la seconda metropolitana era ripartita ed io
con lei, per intrufolarmi poi, in fretta, in libreria ad acquistare libri
che mi avrebbero dato le risposte che stavo cercando.
Me ne sovvenne uno in particolare. Me lo aveva consigliato un caro
amico. Trattava dell’amore: della sua caducità, della sua temporaneità,
della sua data di scadenza.
Ricordai le riflessioni che avevo maturato riguardo la società e la nostra
anestesia verso la gente, le situazioni, gli incontri.
Il ricordo e la realtà si confondevano e non capivo bene quali elucubrazioni
fossero fresche di giornata e quali si agganciassero ai miei
anni più inesperti.
Meditai sulla perdita della concezione di una vita che dipendesse
interamente da noi e non dall’esterno: era forse questo il problema?
Il cosmo che mi circondava? La contestualizzazione continua delle
emozioni? L’incapacità di fluttuare tra i gas puri dei sentimenti autentici?
Che il fine dell’amore si muovesse, ormai, con l’utilità dell’amore
stesso? Era diventata così gretta la natura di eros per me?
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