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E domani - Anna Lussignoli

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sotto i riflettori e di menzogne sottobanco. Faceva acqua da tutte le<br />

parti, ma in modo ottuso continuavo a fissarmi su Mattia e sulla sua<br />

faccia d’angelo. Quante volte ci si ostina sul bravo ragazzo, su quello<br />

che mamma e papà approvano, su quello che ottiene il benestare di<br />

parenti ed amici, quello laureato, ricco, “normale”. Mattia era molte<br />

di queste cose: bello, intelligente, buono a detta di molti, ma non sapeva<br />

gestire a lungo la quotidianità di una relazione, per questo con<br />

il passare del tempo mi aveva messa da parte stringendo attorno a<br />

me un cerchio isolante. Dato che con il passare degli anni mi trovavo<br />

sempre più spesso a dover fare i conti con le domande degli altri,<br />

avevo accettato di stare con Mattia ben oltre la data di scadenza.<br />

L’impatto che la società ha sul nostro orologio biologico con frasi del<br />

tipo: “Guarda che non hai più vent’anni”, “non sei più una bambina”,<br />

“devi crescere”, “non puoi rimanere adolescente a vita” avevano<br />

avuto la loro parte nell’accanirmi a portare avanti ad ogni costo il<br />

corpo di un sentimento ormai morto. Invece che seppellire quel corpo<br />

cercavo di resuscitarlo in ogni modo. Nel cercare di seguire alla<br />

lettera i consigli altrui, mi trasformai in una persona vecchia dentro,<br />

priva di voglia di fare, incapace non solo di ridere, ma cosa ancor più<br />

grave di piangere. Alla disperata ricerca di una situazione comoda,<br />

negai a me stessa che l’unica pace che si possa davvero trovare è<br />

quella svincolata dalle opinioni esterne. Intrappolata alle pressioni<br />

esterne che gravavano sul mio capo vissi gli ultimi mesi con Mattia,<br />

donandogli soltanto una serie di momenti spenti e ovvi. Passai un<br />

periodo molto lungo a guardare spesso la televisione: m’impediva<br />

la concentrazione e faceva rumore. Avevo iniziato ad odiare il silenzio.<br />

La notte soprattutto non finiva mai ed era il momento peggiore<br />

perché era lì che avevo tempo di riflettere e sospettare. Sospetti che<br />

divennero reali un caldo pomeriggio d’estate in cui la radio suonava:<br />

“Io vorrei trovare un senso a questa storia anche se questa storia un<br />

senso non ce l’ha”. Feci il salto da cui non si torna più indietro: vidi<br />

il tradimento di Mattia. Non mi stupii troppo perché lo percepivo da<br />

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