E domani - Anna Lussignoli

“Niente… solo mi sento una… puttana. Per quello che ho fatto,
quello che abbiamo fatto. Un vero insulto al bisogno d’amore che
ho”.
Paolo abbassò ancora la voce, appiccicò la sua pancia alla mia e guardandomi
fisso negli occhi mi disse:
“Adesso ti racconto una storia. Ci sono due giovani donne. Una di
loro ha molti amanti. Ogni volta insegue il cuore e s’innamora nonostante
le malelingue, nonostante la maleducazione amorosa che
molti le affibbiano a causa delle sue facilità del cuore. Lei ama e ama
ancora. Si getta nel letto del suo amore e ci crede ogni volta.
L’altra giovane donna non ha mai avuto un amante, non le interessa.
A lei interessa solo avere una vita agiata. È vergine, aspetta quello
“giusto”. Un giorno incontra un uomo molto ricco e di gran lunga
più vecchio di lei, quasi il doppio dei suoi anni. Lo sposa. È l’unico
uomo con il quale lei sia mai andata. Lei non ha mai conosciuto né l’
amore né la passione.
Ora Miriam, quale delle due è una puttana?”
Staccai la mia pancia dalla sua e gli voltai la schiena.
Paolo mi prese la mano e me la strinse in un gesto di mutua complicità.
Si addormentò subito accoccolato accanto a me. Ricambiai
la stretta, ma cercai un lembo di lenzuolo o altro per ripararmi dal
freddo, dal vento che entrava dalla finestra semiaperta. Mi sentivo a
disagio. Paolo socchiuse le labbra e ancora aggiunse:
“Miriam, sai qual è il tuo problema? Che non sai reggere la tua profondità.
Vivila fino in fondo. Questa notte è stata un episodio della
tua esperienza. È comunque un pezzo di vita. Non sei una sgualdrina
per questo”.
Già non sopportavo più Paolo e tutta quella situazione. Non mi interessavano
i suoi discorsi, a quell’ora poi c’erano decisamente troppi
corpi nel letto per poter realizzare il mio desiderio di una coperta,
così mi alzai di scatto. In pochi secondi rintracciai la mappa dei miei
abiti accartocciati a terra. In un attimo riacquistai l’aspetto di una
162