E domani - Anna Lussignoli

Harlem e il West Side. Due ragazze di colore con le cuffie dell’MP3
nelle orecchie improvvisano una danza a metà tra il tribale e il post
moderno davanti ad un mucchio di gente di ogni razza, colore, etnia
accomunata dal semplice desiderio di tornare a casa dal lavoro. Questo
è un angolo di NY. E bisogna fare molta attenzione ai cappellai
matti, alle giostre ed alle cartomanti che vogliono leggerti un futuro
fatto di mille e una notte, di favole e sogni per una “modica” cifra di
14 $ a previsione.
Che succede da questo lato del mondo stasera? Stasera Sara e Lizzie
parlano di se stesse sedute su un vecchio mobile sgualcito vicino la
finestra accanto ad uno dei panorami di NY. Siamo nel Bronx a casa
dell’ultima nuova amica di Lizzie. In lontananza i suoni di una lingua
che non capiamo, che non vediamo. Lizzie si alza. Vuole farsi di cocaina.
È un vizietto che non può abbandonare. Lizze finge che non
sia un problema. Agli amici dice che non lo fa mai, che ci cade solo
una volta ogni tanto, ma Lizze mente anche a se stessa. Quando le si
incavano le borse sotto gli occhi e le tremano le mani lei continua a
dire che è solo un po’ agitata e ha bisogno di riprendersi. Riprendersi
da cosa? Dalla vita? Dalla vita non c’è striscia bianca che possa farti
riprendere. Lizze non fa altro che inventare storie sulle persone, crea
mondi che non esistono e attribuisce agli altri quello che in realtà fa
lei. Spara a zero perché è incazzata con il mondo. Un mondo che le
ha offerto una famiglia a metà, un amore a metà, una vita a metà. Lizze
è stata anche in prigione perché per avere la “neve” se non sei ricco
qualcosa devi vendere e finisci nei guai. Lei vende il suo corpo di
ventiduenne agli uomini di quarant’anni per qualche dollaro, in realtà
la pagano bene perché ha un corpo snello, tonico, giovane. Lizze
ci è dentro fino al collo, ma ne uscirà perché non ha ancora perso la
sua forza. Ne uscirà con una marcia di solitudine in più però.
C’è un’altra ragazza nella stanza accanto. Kathy. Khaty è portoricana.
Khaty è bellissima. Khaty è il cielo di chi la osserva o di chi… la spia.
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