E domani - Anna Lussignoli
E domani - Anna Lussignoli
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facevano per me.<br />
Forse ora mi stavo prendendo la mia occasione di cambiare le cose,<br />
di scegliere per una volta. Di farlo io e soltanto io. Nella vita sono<br />
poche le cose certe e la scelta è una di queste. Sentivo, come un macigno<br />
sullo stomaco, il senso di colpa verso i miei genitori, ma l’avrei<br />
superato, forse non subito, ma l’avrei fatto. Per loro la lontananza<br />
sarebbe stata un lento dolore con cui imparare a convivere insieme ai<br />
capelli bianchi e al tempo che scorreva veloce fuori dalle finestre.<br />
Quello che però in quel momento ancora non capivo era che per<br />
una ragazza di provincia come me, cresciuta con le stesse due facce<br />
davanti al naso per una vita, andata a scuola dalle suore, laureata in<br />
letteratura, convinta che il quadro della realtà si chiudesse dietro la<br />
porta di un liceo, la vita sarebbe stata molto dura negli States.<br />
Non ero capace di relazionarmi con la diversità, con le diverse lingue.<br />
Ero un gattino che faceva i bagagli per la giungla pensando si<br />
trattasse di un luna park.<br />
Quello che non sapevo era che la durezza della solitudine non si<br />
sconfiggeva con una banconota da 100 $, né con una telefonata a<br />
casa in lacrime, ma avevo sul mio tavolo la possibilità di provare ad<br />
affrontarlo, dovevo solo imparare la coerenza e la capacità di non<br />
tornare indietro. Dovevo imparare che non solo non lo dovevo fare,<br />
ma che non lo potevo fare se volevo distinguermi dalle bambole fatte<br />
in serie che vivono dentro il mondo di Barbie, che comprano le borse<br />
di Louis Vuitton e che si siedono a tavoli costosi nelle discoteche<br />
della propria città pensando che non vi sia nulla oltre.<br />
Dovevo imparare a godermi una notte di pioggia vicino ad un lago<br />
desolato in silenzio, ma anche urlare perché nessuno mi aiutava se<br />
mi si bucava una gomma in autostrada e non mi rimaneva che fare 5<br />
miglia a piedi. Dovevo imparare ad amare la vita. Perché la mia vita<br />
un po’ strappata valeva tanto e non per i libri che avevo letto, né per<br />
l’abilità che avevo nel criticare un’opera d’arte. Tantomeno per le<br />
formule e le teorie matematiche o le poesie che recitavo a memoria,<br />
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