E domani - Anna Lussignoli

V
Io e Giulia ci incontrammo tra i viaggiatori in partenza ed in arrivo a
Milano Malpensa. Inizialmente facemmo fatica ad individuarci, poi
un cenno della mano pose fine al mio disorientamento riportandomi
ad una dimensione familiare a me cara.
Ci sedemmo su una fredda panchina dell’aeroporto in silenzio. Noi
avevamo sempre avuto un sacco di cose da dire, ci accomunava la
capacità di essere pettegole su ogni argomento, eppure tra un carrello
carico di valigie e il pianto di un bambino assonnato non ci
scambiammo neppure una parola. Il nostro aereo sarebbe partito
puntualissimo alla volta di Parigi per poi far scalo a New York ed
infine arrivare alla meta: Los Angeles.
Per ingannare il tempo decisi di infilarmi in uno di quei negozi in cui
si crede che non essendoci le tasse da pagare tutto sia praticamente
gratis. Mentre mi perdevo tra profumi di marche famose e qualche
giornaletto da spiaggia feci il calcolo di quante vite ogni giorno passavano
su quel pavimento. Migliaia di storie, di culture e di ideali
si mescolavano davanti al bar che serviva panini e brioches calde.
Rimasi affascinata dalla possibilità delle persone di girare, muoversi
e scoprire. In fondo, anche se ognuno lo faceva per diverse ragioni,
tutti passavano di lì. Mi voltai per studiare il mondo che mi circondava
e rimasi sorpresa. Al mio fianco si trovava una famiglia, che
sembrava piuttosto felice, probabilmente in partenza per le vacanze
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