E domani - Anna Lussignoli

Il perché di Giulia
“Sono qui e accendo candele verdi e rosse comprate da Ralph perché
a Brescia non avevo grandi alternative. Perché ero annoiata. Perché
non avevo un uomo e cominciavo ad invecchiare. Perché il mio viso
cadeva.
Sono qui, Miriam, perché due settimane prima di partire sono passata
casualmente sotto la finestra del mio appartamento da universitaria.
La luce azzurra del televisore era accesa e la modella belga
che lo stava abitando rideva con un gruppo misto di altre voci. La
ragazza si stava insinuando tra le mie mura, i suoi abiti vivevano negli
armadi e sedeva sul divano che mi vide preparare gli esami a Legge.
Preparava cene con gli amici usando i fornelli sui quali avevo bruciato
la mia prima pastasciutta. La mattina si alzava, ripercorreva il
corridoio addobbato ormai dei suoi quadri, delle sue foto, di lei e viveva
l’esperienza nel capoluogo lombardo riferendosi al mio numero
civico per segnalare l’ indirizzo ad amici ed uffici pubblici. Magari
faceva l’amore dove io l’avevo fatto con Luca. Magari si era fatta la
fidelity card allo stesso supermercato a cui l’avevo fatta io.
Ho guardato con nostalgia alla piccola finestra che aveva ascoltato i
miei anni all’università tra le tesine in diritto privato e le ricerche di
pratica commerciale.
La legge della memoria m’incollava addosso i pezzi del passato mentre
guardavo quella finestra. Volevo andare avanti ed insieme ritrovare
anche qualcosa dei boccoli che costringevo nei fiocchi colorati
e fiorati all’università.
Volevo darmi un bacio. Non doveva essere però un bacio grande.
Non me lo meritavo ancora. Non doveva essere neanche, però, un
bacio piccolo. Un po’ di strada l’avevo percorsa. Doveva essere un
bacio di mezzo tra la vita vissuta fino a quel momento e la vita che
avrei potuto decidere di vivere da allora.
Queste sono, credo, alcune delle ragioni per cui ti feci la mia propo-
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