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E domani - Anna Lussignoli

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persona vestita e ordinata, anche se gli occhi cerchiati non potevano<br />

mentire sulla notte trascorsa. Sbattei la testa contro l’anta aperta<br />

dell’armadio mentre tentavo di trovare il mio orecchino, ma nessuno<br />

si svegliò. Paolo si era già addormentato. Socchiusi la porta, lanciai<br />

un ultimo sguardo alla stanza ed ai corpi sconosciuti che vi riposavano<br />

e presi la porta. Giulia aveva il polpaccio che cascava dal letto<br />

e teneva la mano a Stefano. Il trucco le era colato completamente.<br />

Presi l’uscita.<br />

Il sole era già alto e chiudendomi la porta alle spalle scappai come<br />

una principessa delusa verso la metropolitana e verso una lunghissima<br />

doccia per lavarmi di dosso tutto ciò che non era mio, quello che<br />

non mi apparteneva e che non volevo mi appartenesse.<br />

Sapevo che quello che era accaduto non sarebbe dovuto accadere,<br />

che quelli altro non erano che i vili piaceri della carne e che io non<br />

li bramavo. Giulia viveva per essi e li inseguiva, ma io volevo di più.<br />

Eppure davanti alla possibilità di dire no mi ero buttata anche io a<br />

precipizio nell’oblio dei sensi. Vissi il dilemma di chi sa che si dovrebbe<br />

comportare in un certo modo, ma non riesce a farlo. Desideravo<br />

essere una persona profonda occupata a costruire se stessa ed<br />

invece mi lasciai tentare dalle seduzioni primordiali e animalesche<br />

dei sensi. Insieme odiavo la fisicità ed insieme mi ero lasciata quasi<br />

passivamente dominare dalla stessa.<br />

Che cosa era “giusto”? Giusto, una parola che non mi piace molto.<br />

Giusto deriva dal latino ius: regola. Forse per questo facevo fatica a<br />

comportarmi secondo ciò che era giusto. Perché spesso ciò che è giusto,<br />

lo è solo in quanto riflette una particolare regola comportamentale<br />

proposta dalla società esterna, ma estranea alla natura umana.<br />

Seduta in metropolitana, mentre la gente mi fissava, quasi a leggere<br />

sul mio viso incrostato dal trucco del giorno prima i peccati da me<br />

compiuti, mi venne alla mente una frase di S. Agostino: “Se non rinunci<br />

alle tue catene non potrai mai essere libero”. Già nel medioevo,<br />

molto prima della notte trascorsa con la mia migliore amica e due<br />

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