E domani - Anna Lussignoli

assegnò sulla sedia.
“Noi abbiamo tentato. Aveva solo 22 anni”. Rispose un uomo.
Capii e voltandomi di scatto cominciai a correre verso il nulla. Il
cuore batteva forte, un vortice di sensazioni travolgeva ogni punto
del mio essere. Ero fatta di molecole che si disperdevano.
Corsi per un tempo indefinito. Mi fermai in una dimensione irreale,
davanti a me un solo oggetto: uno specchio sospeso nel soffio del
tempo che passa. Mi avvicinai, presi coraggio e allora la vidi. Era lì.
La mia anima con tutti i suoi dubbi, le sue paure, le sue debolezze.
Com’era bella e leggera. Avrei potuto volare, allora che cosa mancava?
Che cosa m’impediva di andarmene? Alzai lo sguardo, il guizzo
dei miei occhi incrociò il destino vestito di stracci e inorridii… Ero
morta, camminavo nel mondo dei morti, perdevo i denti, mi cascavano
in mano. Il cranio liscio non era più protetto dalle cascate di
capelli. Le mani sanguinavano ed io pensai che avevo commesso un
errore, un solo piccolo errore che mi sarebbe costato la vita, la libertà:
non gli avevo detto che lo amavo. Avevo scordato un dettaglio
nello scorrere del tempo. Avevo fatto finta di nulla, lasciando che le
pieghe della carne s’insidiassero in me e non ero riuscita nemmeno a
dire un semplice “ti amo”. Continuai a guardare lo specchio. Lo afferrai.
Lo rovesciai a terra. Si ruppe in mille pezzi. Dietro lo specchio
c’era qualcuno. Lui.
Emisi un urlo infinito. Mi svegliai.
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