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E domani - Anna Lussignoli

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tessi, scriverei una canzone per te tra 10 anni. Imparerei a suonare<br />

la chitarra e a cantare solo per poter vedere nel salotto di casa mia<br />

la tua faccia stupita. Imparerei a dipingere per poter ritrarre il tuo<br />

enigmatico sorriso e cercherei uno stile simbolico per poter ritrarre i<br />

suggestivi umori che ti contraddistinguono. Sarei l’uomo di cui avresti<br />

bisogno, senza dimenticarmi il bambino con cui vorresti giocare,<br />

perché quelle come te vogliono sempre giocare. Tu sarai sempre a<br />

metà tra una bambina ed una donna. Troppo semplice essere solo<br />

una bambina, troppo difficile essere completamente una donna.<br />

Se solo tu guardassi giù e mi vedessi, vedresti anche l’universo infinito<br />

di possibilità che ci attende.<br />

Tu però non guarderai giù. Non mi vedrai ed andrai avanti riempiendo<br />

album di fotografie con posti che non vedremo, che non vivremo<br />

mai insieme.<br />

Ora prenderò la bicicletta e tornerò a casa. Non tornerò più qui a<br />

guardarti. A spiare le tue finestre chiuse. Ti lascerò vivere tutte le<br />

vite che vorrai. Non farò un passo verso di te. Ti regalerò la libertà<br />

che ti aspetti da chi ti ama. Quel senso di aria fresca che solo sopra<br />

le nuvole si può respirare.<br />

Ora me ne vado. Perdonami se non ho saputo chiamarti, attrarre<br />

il tuo sguardo verso di me, verso il basso, ma ho preferito lasciarti<br />

lassù, più vicino alla tua natura di farfalla solitaria e libera. Scusami<br />

anche se non lo saprai mai e a me non capiterà di dirtelo”.<br />

Nicola, sedicenne che per due anni era andato quasi ogni sera sotto<br />

la finestra del suo primo amore: Giulia. Nicola, sedici anni di guai,<br />

non aveva avuto il coraggio di osare. Era come un bagnante che ad<br />

agosto rimane sui bordi di una piscina perché non vuole nuotare.<br />

Potrebbe morire di caldo e sa perfettamente che il contatto con l’acqua<br />

lo farebbe stare meglio. Basterebbe avere il coraggio di metterci<br />

un piede, di bagnarsi un po’ le spalle, di abituarsi all’impatto e poi<br />

buttarsi. Una volta buttato starebbe meglio, ma Nicola era rimasto ai<br />

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