E domani - Anna Lussignoli

a volercene. Sarebbe stato bello che le curve dei miei fianchi si rilassassero
sempre vicino alle sue ginocchia e che lui si alzasse a chiudere
i vetri la notte quando l’aria dispettosa m’impediva di dormire. Jam
si sollevava ed io spiavo il suo profilo e i capelli ribelli nell’oscurità.
Nei pochi secondi di lontananza, la distanza letto-finestra mi straziava
e solo quando il letto s’inclinava dal suo lato potevo riprendere
sonno.
Non sapevo se fosse quello che i più definiscono amore o fosse semplicemente
qualcosa di chimico, qualcosa che avesse a che fare con la
pelle che rabbrividiva al tocco reciproco. Certamente il corpo di Jam
sembrava creato per attorcigliarsi con il mio. Bastava che una sua
parola muovesse l’aria intorno a me perché io lo desiderassi. Desideravo
saltargli in braccio, porgergli una fragola in bocca, spogliarlo.
Sembrava uscito da una pubblicità. Era bellissimo.
Quanto conta la fisicità in una relazione? Quanto conta la fisicità
nell’amore?
Ognuno di noi ha almeno due personalità, i più fortunati ne hanno
molte di più.
Come una donna che denudata di tutto si specchia in un lago e vede
l’immagine di una pantera. La fragilità e la dolcezza della sua nudità
non vengono riflesse perché sono solo una parte di lei. L’altra parte
sono gli occhi vigili e predatori della pantera, l’aggressività dei cacciatori.
La donna non può liberarsi di alcuna di queste prospettive.
Potrebbe avvicinare le ginocchia alla fronte, incrociare le braccia,
avvicinare il viso alle gambe e in posizione fetale riflettere su quale
parte di sé mostrerà al mondo che la osserva. La donna nuda che si
copre il viso con i lunghi capelli o la pantera che appostata dietro un
albero punta il cibo per sopravvivere?
Vincerà l’aggressività o la dolcezza?
L’amore pure ha almeno due prospettive, ma gli amori più belli ne
hanno molte di più.
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