E domani - Anna Lussignoli

Tuttavia non ci si può esimere dall’evidenza che dimostra l’intrinseca
nostra necessità di credere nella grandezza dell’uomo, nelle sue possibilità,
nelle sue capacità, nella sua curiosità, nel suo altruismo, nel
suo lavoro. Non esiste l’eterna ripetizione dell’identico.
Chi di noi conosce due persone perfettamente uguali? Probabilmente
nessuno, perché l’identità perfetta non può essere colta nel mondo
delle percezioni e, forse, perché ognuno di noi dentro il percorso
millenario degli eventi deve tracciare una storia, dare vita al suo romanzo,
suonare la sua canzone.
Qualcuno lo fa aiutando gli altri: gesti nobili.
Qualcuno corteggia l’arte: il cinema, la letteratura, la moda. Qualcuno
costruisce case, ponti, moderni castelli in cui ci esaltiamo per lo
shopping.
Qualcuno regola le interazioni tra le persone: avvocati, psicologi, comunicatori.
Qualcuno amministra piccole imprese, oppure grandi imperi commerciali.
Qualcuno gestisce la cosa pubblica, fa politica.
Qualcuno lo fa bene, qualcuno lo fa male. In tutte le cose si presenta
però la polarità socratica virtù-conoscenza/vizio-ignoranza.
Considerato tutto ciò non ci si può trattenere dal sorprendersi nel
constatare che siamo, comunque, tutti uomini e che vale la pena di
guardarci negli occhi, scoprirci l’un l’altro e incuriosirci. Vale la pena
scrutare, anche solo per un attimo, oltre il nostro perimetro e provare
a guardare nel profondo gli altri. Gli altri esistono.
Uomini che corrono tra le nebbie rarefatte delle grandi città, che si
allontanano in motorino nelle campagne o che lambiscono, come
lingue infuocate, autobus in perenne ritardo.
Tutti uomini. Privi di tratti somatici e di alcuna distinzione di razza.
Uomini i cui sguardi s’incrociano e si abbandonano nel gioco degli
incontri-non incontri.
L’anima della gente è l’anima del mondo e pulsa fortissima, anche
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